In tanti anni di spostamenti e viaggi raramente sono passato dalla Sicilia. C’ero stato solo molti anni fa, in gita scolastica. Andammo a Siracusa. Mentirei se dicessi che ricordo qualcosa, perché di quel viaggio l’unica cosa che ricordo fu una rissa con alcuni ragazzi del posto.
Forse è questo il motivo per cui, nel tempo, ho sempre “bypassato” i nostri vicini isolani, preferendo spostamenti via terra. Lo so, lo dico subito: ho sbagliato. E quest’anno, che capiterò per la seconda volta in Sicilia nell’arco di pochi mesi, mi sono reso conto di quanto ci sia da vedere.
Già ad organizzare il viaggio (più facile di quanto si possa credere) c’è l’imbarazzo della scelta tra mille posti da vedere, il ché equivale a partire con la consapevolezza di dover scegliere cosa escludere. L’isola sembra piccola, ma non solo è enorme, è anche ricolma di punti di interesse.
Per programmare questa tre giorni a Catania – dove mi sposterò per via di una inaspettata chiamata di lavoro – ho impiegato più tempo che per organizzare alcuni dei miei viaggi all’estero. Troppi punti di interesse, troppe cose da vedere, troppi luoghi da visitare e vivere. Una metropoli di cui non avevo idea.
E chissà di quante altre cose, non ho idea. A partire da quella Siracusa che forse, dopo tanti anni, è arrivato il momento di rivisitare. O la vicina Augusta. E che dire, sempre sulla strada, delle ben più note Taormina e Giardini Naxos? Tutto questo mi appare come ignoto.
Per adesso non mi resta che “accontentarmi” di questo bis siciliano, che per le prossime ferie ne passerà di tempo.
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