Ultimamente anche in Calabria sta prendendo piede la malsana usanza di tentare di intestarsi ogni cosa. Da qualche anno infatti leggiamo sempre più articoli su presunte usanze, capi d’abbigliamento o modi di dire che, a detta degli autori di innumerevoli post, video ed articoli, sarebbero nati proprio giù da noi.
Ricostruzioni spesso frettolose, altre volte meramente pubblicitarie, che finiamo per prendere per vere. Ed in questi giorni è tornata in auge una vecchia storia, già ripresa anni addietro anche dalla stampa nazionale, che vorrebbe l’usanza di Halloween nata proprio in Calabria.
A parlarne ieri è stato LaC, a distanza di un anno da un precedente articolo della Gazzetta del Sud e da diverse pubblicazioni che si susseguono online da tempo. Tutto nasce da alcune dichiarazioni dell’antropologo Luigi Lombardi Satriani, che avrebbe definito Halloween una “festa di ritorno” portata negli Stati Uniti dagli emigranti meridionali. In particolar modo, Satriani si soffermò sugli emigranti di Serra San Bruno, vista la particolare usanza del coccalo di li muorti.
Senza voler sminuire l’ipotesi – sebbene si tratti di un terreno molto scivoloso, al pari di ogni usanza definita “secolare” e priva di qualsiasi documentazione – bisogna ammettere che ci vuole davvero molta fantasia, per scrivere che Halloween sia nato in Calabria. Fantasia o ignoranza. Nel senso che bisogna ignorare tutto ciò che è successo nel resto del mondo, e considerare gli emigranti calabresi come gli unici emigranti negli Stati Uniti.
Eppure basterebbe fare una semplice ricerca, per scoprire che anche in Veneto ritengono che una loro usanza – la lumàssa – sia alla base delle zucche di Halloween, cosa rivendicata anche in Lombardia – dove si parla di lumière – ed in Piemonte. O che in Sardegna si svolte il mortu mortu, dove si gira per le case chiedendo cibo, liquori e vino. E così via in ogni altra regione d’Italia, ma non solo: d’Europa.
Perché la verità è un’altra, ed è quella che conosciamo da tempo: il culto dei defunti viene celebrato sin dall’antichità, ma poi ce ne siamo dimenticati. L’abbiamo demonizzato. E dopo la demonizzazione religiosa, è venuta quella sociale, con lo stigma dell’usanza “americana” ancora oggi piuttosto in voga. Senza mai ricordare che quegli americani sono in buona parte discendenti europei.
Figli di emigrati di ogni nazione, di ogni luogo, che dall’800 hanno portato il loro bagaglio culturale e sociale oltreoceano. E tra questi milioni di italiani, e chissà quanti calabresi, che hanno contribuito a creare l’immaginario di una festa popolare anche con i loro racconti: pensate a chi scriveva ai propri parenti in Italia, negli anni ’20, parlando delle feste in maschera per Halloween, o addirittura mandando loro qualche foto.
Insomma, forse è vero che Halloween è stato ispirato – per come lo conosciamo oggi – anche dai racconti degli emigranti calabresi. Sicuramente è vero che in Calabria si è conservata una sorta di celebrazione dei defunti dai tratti certamente pagani. Ma da qui ad affermare che Halloween ha origini calabresi… è una ricostruzione meramente campanilistica.
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