In questi giorni di lavoro su strada mi capita spesso di scambiare quattro chiacchiere con chiunque. Devo ammettere di essere più ben predisposto del solito, dato che ogni domanda ed ogni approccio vengono effettuati con una ritualità ed un rispetto raro da queste parti.
Ovviamente, la stragrande maggioranza delle domande è una: rifate la strada? Ogni tanto ci viene chiesto se si tratta di lavori pubblici, di nuovi marciapiedi o piste ciclabili. Nulla di tutto ciò, ed è brutto dare queste delusioni ai tanti anziani che ci sperano, in una riqualificazione generale. Ma pur sempre meglio che mentire e illuderli.
Tra chi si ferma a parlare, però, c’è un certo refrain sulla carenza dei lavori pubblici, sul disinteresse dell’amministrazione comunale e su un fatto a quanto pare condiviso da molti: da dopo Senatore, nessun sindaco si è più interessato alla città.
Una balla, ovviamente. Il problema semmai è cosa si intenda, per “interessare alla città“. Eppure non c’è persona che non elogi i lavori pubblici di quegli anni, arrivando addirittura ad affibiargli progetti presentati, in realtà, anni ed anni dopo. Ed io mi mordo la lingua, perché tanto parlare è inutile.
Non mi va di ripetere cose già dette e sentite da decenni. Ma a questo punto è chiaro che chi è rimasto in città, chi vive qui, coltiva un mito totalmente inculcato, ben rappresentato dal gladio che svetta sulla città, costruito con i soldi destinati all’edilizia pubblica.
Ma questa è solo una delle tante verità che i fan di Senatore non ricorderanno mai.
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