C’è un problema che documento da anni e che, per ovvi motivi, è di difficile risoluzione: la presenza di ossa – di animali, s’intende – sulla spiaggia cittadina. La concentrazione aumenta in inverno, ed almeno nel tratto urbano tende a scomparire in estate, viste anche le frequenti pulizie e l’afflusso di bagnanti. Ma basta spostarsi poco fuori città, sia verso Gabella che verso Capo Colonna, per trovare femori, ossi sacri e perfino teschi di vacche, pecore e forse anche cani.
L’osso che vedete in foto, piuttosto consumato, è probabilmente uno scarto di macelleria portato qui da qualche randagio, che poi se n’è dimenticato. L’osso è asciuto, scarnificato, poroso: è stato esposto alle intemperie per qualche tempo, insomma. Non è qui da poco. Eppure si tratta di un tratto di spiaggia frequentato, sebbene sia notoriamente frequente trovare cubilot, amianto ed altri scarti industriali.
Trovare scheletri completi è più difficile. Bisogna addentrarsi nei canaloni e negli scoli delle acque piovane per veder emergere qualche povera pecorella: è li che le gettano, sia verso mare che nell’entroterra. Quando il corso d’acqua è vivo, i corpi senza vita affondano nella melma, e poi d’estate capita di trovare ossa sparse a valle ed a mare, sia in spiaggia che in acqua.
Evitare il fenome è dunque difficile. Ma non si può neanche ignorarlo del tutto, o continuare a far finta di niente. Per tale motivo vale la pena ribadire e tornare a pretendere una pulizia sistematica delle spiagge, che non sia solo il passaggio dei trattori ad inizio stagione. Una pulizia che comprenda, almeno una volta al mese, il passaggio di operatori per raccogliere rifiuti comuni (plastica, carte, bottiglie e così via) e speciali, come vetroresina, amianto, legno d’imbarcazione. Tutta roba che si trova sulle nostre spiagge.
Queste operazioni dovrebbero prevedere anche lo sfalcio dell’erba alle foci dei canali e degli scoli. Erbacce e canneti, spesso molto alte, che fungono da riparo per i randagi e sono, tra l’altro, luogo di proliferazione di insetti.
Insomma, parliamo di piccole cose alle quali non pensa mai nessuno. C’è sicuramente da coordinare i lavori, vista la miriade di competenze tirate in ballo. Ma non è impossibile: bisognerebbe solo pensarci per tempo.
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