La morte della piccola bambina ucraina ha colpito tutti, e da giorni in città non si fa che parlare di questo. Un dramma, un tragedia, o forse un atto spropositato, un gesto compiuto volutamente. L’ho già detto e lo ripeto: in città si parla, e la città sà. Se si tratti di fesserie o di cose concrete, però, non è dato sapere.
C’è però un problema ben evidente in tutta questa situazione, che si è ben delineato sin dai primi attimi della tragedia, quando diversi cronisti locali sono corsi sul luogo dell’incidente per fare foto mosse con i loro telefonini. Diciamolo senza troppi giri di parole: tutti volevano un’esclusiva di quella morte, perché non basta raccontare quello che è successo. La prima stortura era già li, le altre sono arrivate dopo, giorno dopo giorno.
Dapprima è iniziato a circolare il nome del ragazzo ed il cognome della famiglia. Qualcuno l’ha anche scritto per intero, salvo poi mettere solo le iniziali. Poi si è iniziato a parlare di presunti dissidi tra l’investitore e gli investiti. Il resto lo ha fatto il comunicato diffuso dai Carabinieri, che parlando di una “inversione ad U” del furgone ha scatenato le teorie e le ricostruzioni più disparate, a partire dall’investimento deliberato.
Quest’oggi, verso l’ora di pranzo, nel gruppo dedicato ai contatti con la stampa è arrivato un messaggio che non necessita di interpretazioni, e che riporto integralmente: “In relazione al contenuto di articoli, pubblicati anche da autorevoli quotidiani nazionali, intendo precisare e ribadire che fa fede il contenuto del Comunicato diramato in data odierna, dove il G.I.P. del Tribunale di Crotone ha ravvisato, a carico dell’arrestato, il solo reato di Omicidio Stradale aggravato in concorso. Ogni ulteriore ricostruzione è da considerarsi destituita da ogni fondamento. Grazie e prego di estendere la presente nota anche ai vostri contatti della stampa nazionale“.
Ormai però il danno è fatto. E la stampa (locale e nazionale) se ne frega, lasciando gli articoli in bella vista. Certo, magari a pensar male si fa peccato, ma forse l’investimento deliberato è proprio quello che è accaduto, e chiarirebbe una circostanza altrimenti ancora avvolta dal mistero. C’è però da chiedersi: a chi giova questo sciacallaggio mediatico? Com’è possibile che sui quotidiani nazionali sia riportato il nome per intero del ragazzo, se i Carabinieri non l’hanno diffuso? Perché?
Nel bel mezzo di un dramma, buona parte della stampa cerca di lucrare sulla tragedia. La cronaca vende, fa fare visualizzazioni, e quel dettaglio in più – che nulla aggiunge al quadro della vicenda, se non dettagli da gossip – ti porta un passo avanti rispetto ai tuoi competitor. Il tutto a danno degli indiziati, ma anche delle vittime, prima fra tutte quella povera bambina.
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