C’è ancora chi si stupisce, quando legge che decine di migliaia di persone emigrano ogni anno dalla Calabria. Ieri è stato pubblicato l’ennesimo report, con l’ennesimo saldo negativo: 33 mila residenti in meno, dato in percentuale peggiore nella provincia crotonese, dove si registra il -2,7%. È uno stillicidio senza rimedio, che ogni anno porta via tanta, troppa gente.
Non serve girarci intorno. Qualche politico cercherà di fare il suo lavoro da avvoltoio, cercando spiegazioni e addossando colpe. Qualcun’altro, sui social, si dirà indignato, arrabbiato, sconvolto. E poi i soliti appelli al “fare qualcosa”, all’intervento “urgente” che poi tanto urgente non è mai, dato che la regione si spopola sistematicamente dal dopoguerra. Restare in questa terra daltronde è difficile. Anzi, difficilissimo. Perché è diventato difficile anche sopravvivere.
Il dato è questo: in Calabria, tra il 2019 ed il 2020, siamo scesi ad 1 milione ed 860 mila residenti circa. Cifra che si allontana sempre di più da quei “quasi 2 milioni” che continuiamo a ripeterci. Un dato che non tiene conto dei decessi dovuti alla pandemia, ma che si focalizza proprio su chi emigra. Il dato peggiore in percentuale, come già detto, appartiene alla provincia di Crotone: -2,7%, ossia 4.522 persone non più residenti. In termini assoluti invece il “record” appartiene alla provincia di Cosenza, con 14.384 persone in meno, ossia il -2,1%.
Questi dati sono grossomodo stabili da anni. Ed il motivo è sempre lo stesso: il lavoro. O per meglio dire, la mancanza di lavoro, anche precario, e la presenza di offerte economicamente insostenibili neppure nel breve periodo. Tutto ciò viene rendicontato a distanza di pochi giorni da un’altra pubblicazione, quella del rapport excelsior, che vuole illuderci con una rappresentazione falsata del mondo del lavoro locale.
Mentre noi continuiamo a produrre report e rapporti, migliaia di persone emigrano ogni anno. Questo è un problema, perché – come risaputo – nel lungo periodo allo spopolamento seguirà una sempre maggiore depauperazione del tessuto sociale, e di conseguenza politico ed istituzionale. Situazione, questa, che già viviamo, e che produce i risultati sotto gli occhi di tutti.
Restare in Calabria è un’impresa, estremamente difficile e sempre meno conveniente, sopratutto per noi e per le giovani generazioni. Questo è il punto da affrontare.
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