Nelle ultime ore, com’è comprensibile, non ci stiamo capendo molto del conflitto in corso. Nel senso che non abbiamo delle vere e proprie notizie in tempo reale dal fronte: sappiamo solo alcuni fatti, frammentati, spesso poco chiari e perché no, già mitizzati o stravolti. Quando c’è un conflitto in corso – e dovremmo averlo imparato bene, noi europei – non è facile sapere e capire ciò che accade, indipendentemente dalla parte per cui si parteggia.
Nell’invasione ucraina però c’è un unicum: il fatto che l’invasore, la Russia, non sia un paese esotico o sconosciuto. Al contrario, è una realtà concreta e tangibile, che conosciamo bene. E sappiamo bene, da tempo, che la guida autoritaria di Putin non conceda molti margini di manovra. Le istituzioni russe ti dicono cosa devi fare, e tu lo fai. Altrimenti, finisci in carcere.
L’elemento che spicca, in questo conflitto moderno – che potrebbe davvero diventare una guerra – è proprio la repressione interna alla Russia. Perché se da un lato abbiamo una facciata istituzionale che prova a giustificare l’invasione, dall’altro ci giungono chiare ed inequivocabili le immagini da San Pietroburgo o Mosca, con migliaia di semplici cittadini arrestati perché protestano contro la guerra.
E ancora: la censura interna imposta ai media. Le minacce di ritorsione contro un po’ tutti, dai paesi del nord all’europa, con allusioni ad un abbattimento spaziale. Senza contare il semplice presupposto dell’invasione, che non è altro che mero nazionalismo. Il pretesto cioè di prevalere su un’altra parte, chiamata in causa per motivi che forse ancora ci sfuggono e che scopriremo solo in futuro.
Ecco, diciamocelo semplicemente: non è qua siamo fanboy della Nato, dell’atlantismo o dello Zio Sam. Tutt’altro. Ma a fronte dell’operato russo, è impossibile difendere ogni ragione. Anzi, non c’è proprio discussione. Perché un paese che opprime così i propri cittadini, ed obbliga un paese vicino ad un conflitto armato, non può essere giustificato in alcun modo.
Per questo fa male vedere e leggere, di fronte all’evidenza, chi si affanna a “difendere” l’operato di Putin. Vedo tanti compagni elencare tutti i crimini (e sono tanti) delle operazioni Nato nel mondo, e mi chiedo: questo cosa centra con quello che sta accadendo oggi? Per quanto sia vero che globalmente esista un sistema di due pesi e due misure – che giustifica o condanna i crimini di guerra e le invasioni in base alla convenienza – è sufficiente per girarci dall’altra parte e non vedere quanto accade nella Federazione Russa?
Purtroppo la Russia ha scelto la via autoritaria. Dittatoriale. E non lo dimostra il trattamento riservato agli ucraini, benzì il trattamento riservato ai russi stessi. A chi si dice in disaccordo. Possiamo prendere a modello un paese che tenta di reprimere il suo stesso popolo? Possiamo credere che ogni “nemico” della Russia sia un nazista o un drogato?
No, non possiamo. E poco importa dei miti della politica, delle leggende della storia e delle simpatie del nuovo e del vecchio secolo.
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