L’approvazione di questa benedetta direttiva Bolkestein sta causando melodrammi e psicodrammi di carattere nazionale. L’abbiamo visto con le proteste dei tassisti, oggi tocca ai balneari. I gestori dei lidi che non avranno più concessioni ad familiam da 99 anni, ma dovranno adeguarsi alle regole del mercato.
Lo ricordo per correttezza: le regole di mercato non sono la sacrosanta verità da seguire ad ogni costo. Ma al contempo, vivere in questo sistema economico ci impone l’adeguamento all’andamento del mercato. C’è chi ancora fatica (o fa finta) a capirlo, ma tant’è.
Tra i tanti deliri di chi si oppone a questa liberalizzazione, vengono partorite aberranti storture. Cose che, indipendentemente da chi le dice, suonano come sbagliate a prescindere. Roba già vista, come ricordavo, con i tassisti, e con tutti i cervellotici sistemi per “compensare” con la concorrenza dei giorni nostri. Ecco, con i balneari le idee che si stanno portando avanti sono ben peggiori, sotto ogni aspetto.
Un buon sunto lo ha fatto in un grottesco comunicato il governatore Roberto Occhiuto. Senza tirarla troppo per le lunghe, Occhiuto ha avuto un colpo di genio: per non penalizzare le imprese balneari bisognerebbe mettere a bando altra spiaggia pubblica. Avete capito? Visto che la direttiva toglierà di fatto la proprietà agli attuali gestori, e visto il rischio che si corre di vedere altri potenziali gestori nel settore, l’idea è quella di far fare più lidi a scapito della spiaggia pubblica.
Che Occhiuto non sia un genio è cosa nota e risaputa: meglio impiegarlo per la comunicazione, per le foto da social dove ripete le parole “studio“, “lavoro“, “idee” e robe simili. Ma questa, che l’abbia partorita lui o che gli sia stata suggerita, è una di quelle minchiate che probabilmente rimarranno nella storia. Perché è una minchiata su tutti i fronti.
Liberalizzazione infatti non vuol dire necessariamente che ci saranno più gestori a contendersi i lidi balneari, almeno in realtà come quelle calabresi. Anzi, dalle nostre parti sostanzialmente ci sarà una sorta di stagnazione del settore, dove le stesse famiglie torneranno a proporsi. Predisporre più spiagge per l’uso privatistico non vuol dire “aiutare le imprese”, bensì regalare ulteriore spiaggia pubblica al mercato. Proprio a quella direttiva che tanto si contesta.
E poi, di per se è un controsenso: la spiaggia libera deve restare libera. Ci possono essere dei casi in cui possa avere senso creare un litorale omogeneo, ma… siete mai stati in una località turistica calabrese? Le spiagge urbane sono già sature, piene di lidi spesso fatiscenti e mal serviti. Con buona pace dell’immagine propagandata dalla destra.
Insomma, un’idea ed una possibilità che mi ha fatto rizzare i capelli e balzare dalla sedia. Privatizzare la spiaggia non è la soluzione, la spiaggia è di tutti e deve continuare ad esserlo. Spero che nei prossimi giorni si levi qualche voce contraria a questa follia, che comunque rimarrà – per stare in tema – un buco nell’acqua.
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