Dopo la tragicomica esperienza di Ugo Pugliese, anche Vincenzo Voce vuole provare a fare il “cappotto” alle istituzioni locali. Dopo aver espugnato il Comune ora punta alla Provincia, e lo fa giocando (per la prima volta) in chiaro, a carte scoperte: con il sostegno del centro-sinistra.

Bisognerebbe svolgere un’indagine su questa aspirazione che sta coinvolgendo i primi cittadini di Crotone. Questa innata volontà a voler ricoprire non una, ma due cariche: quella di sindaco della città e di presidente della provincia.

C’è ovviamente una questione di comodo, dietro queste scelte. Una questione di controllo e gestione del territorio, certo, ma anche economica. Ma sindaco e presidente di provincia sono due lavori estremamente differenti, sopratutto al giorno d’oggi. Non è un passaggio così scontato come potrebbe sembrare.

Sembrano lontani i tempi in cui l’imperativo era “fai una cosa, falla bene“. Oggi si vuole stare con un piede in due scarpe, e questo è notoriamente un campanello d’allarme in un territorio come il nostro. Proprio dove c’è bisogno di un’istituzione attenta e presente, ci ritroviamo con rappresentanti tuttofare. Un problema, per l’appunto, perché se è difficile gestire un solo comune si pensi a quanto sia complicato organizzarne 27.

È altrettanto vero che il ruolo delle provincie è notoriamente ridimensionato, e non va molto oltre alla mera gestione ordinaria di strade o strutture, nonchè del territorio. Tuttavia, questa potrebbe funzionare meglio intercettando fondi dedicati: condizione che, evidentemente, fa gola in vista della pioggia mi denari attesa tra Pnnr, Rf e Cis.

C’è dunque un obiettivo politico: quello di accaparrarsi il controllo dei vari enti. Come se, in caso contrario, i fondi non arrivassero. Ma tant’è. A dicembre si voterà per le provinciali, e Voce ha stretto un accordo con il tanto ripudiato centro-sinistra per la sua candidatura. L’accordo è stato confermato ieri in tarda serata, quindi siamo in attesa di sapere le reazioni della maggioranza comunale, che arriveranno con calma dopo il fine settimana.

Non è una novita, e neppure una sorpresa: che Voce gravitasse nell’area del centro-sinistra è cosa nota, ignorata solo da chi non ha voluto considerare i suoi trascorsi. E, detto francamente, la cosa neppure mi dispiace. Ciò non toglie l’inopportunità del fatto di voler tentare questa scalata, che probabilmente sarà anche vinta vista l’attuale composizione delle varie amministrazioni territoriali.

Vedremo. A distanza di poco più di un anno dall’elezione, Voce non ha ancora rivoluzionato nulla nella macchina amministrativa, ed al netto di alcune scelte obbligate (come l’assegnazione tramite bando delle strutture sportive) si registra solo la recente condanna dell’Eni al versamento dell’Imu sulle piattaforme: traguardo raggiunto oggi, ma nato da un processo di diversi anni fa.

Insomma, l’operato di questa amministrazione deve ancora generare dei frutti. Siamo ancora in fase di rodaggio, e tutte le principali proposte sono ancora in divenire. Ed è grave che in questa condizione, con tanti progetti in cantiere, un sindaco pensi a sedersi anche su un’altra poltrona.

Una risposta a “Voce come Pugliese: fare il sindaco non basta più”

  1. […] Perché diciamocelo molto chiaramente: Voce sarebbe stato contestato a prescindere, indipendentemente dallo schieramento politico scelto. E non per cattiveria o per sminuirlo. Si tratta di una scelta percepita come inopportuna, di cui ho già avuto modo di parlare. […]

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