Ormai è da prendere a ridere. Per forza di cose, altrimenti prevarrebbe quell’istinto animalesco di mandare tutto al diavolo e vivere davvero come bruti. Dato che sembra essere in arrivo anche l’aumento del costo della carta. E dunque, di conseguenza, di giornali, libri, riviste e così via.
Che l’aumento delle materie prime riguardasse un po’ tutto, era ovvio. Ci siamo sorpresi del costo dell’energia elettrica forse più che altro per la sua alta percentuale, ma in fin dei conti gli aumenti già si vedono anche nei supermercati. Sono meno marcati, ma ci sono.
Non è una situazione drastica (anche se l’istinto da prepper è costantemente in allerta) ma sommando tutti gli aumenti… non c’è da stare tranquilli. Oltre alle spese vive come la corrente elettrica e le spese alimentari, tutto sta diventando una sorta di lusso. Da ripagare con i sacrifici dei consumatori.
Ed aumenta anche la benzina, quindi si usa di meno l’auto, e di conseguenza anche i prodotti a base di petroli come oggetti in plastica e altro (cosa che da un lato potrebbe essere positiva). Aumenta la farina, e la pasta ed il pane. Aumenta il latte, sopratutto quello non vaccino.
Aumenta tutto, tranne il mio stipendio. E con quello sono chiamato a far fronte non solo ai costi che aumenteranno, ma già adesso ai costi aumentati. Ed il rischio non è tanto quello di arrivare a filo alla fine del mese, perché a quello ci siamo già abituati.
Il rischio è dato dal fatto che in una società capitalistica come la nostra, gli aumenti sono strutturali. Una volta che avvengono, non tornano mai indietro. Per dire: da noi la benzina era già ad 1.7 ben prima dell’odierna crisi, ed oggi la si trova già alla soglia dell’1.8. Ci portiamo avanti.
Detto in altri termini, i costi aumentano e resteranno aumentati. Diventerà normale, e sarà una reazione a catena su tutto. E come se non bastasse, ecco che arriva il primo spiraglio di un nuovo aumento (ancora solo paventanto, ma nel frattempo lo dobbiamo già pagare): il caro carta. Alcune riviste hanno già messo le mani avanti, scaricando sui lettori il costo di un aumento di cui sono già destinati ad essere vittime. Senza se e senza ma.
Ed è un vero peccato dover aggiungere anche riviste e giornali tra le cose da dover limitare, e lo dico sinceramente. Ma tant’è. Forse vale la pena davvero di vivere senza troppe pretese, dato che oramai anche gli interessi e le tendenze sono state derubricate a lussi. Che sempre meno persone si possono permettere.
Lascia un commento Annulla risposta