Sarà che ormai sono abituato a quotidiani leggeri, semplici ed essenziali. Pochi fogli, completi e senza fronzoli. Fatto sta che ieri ho acquistato una copia di Repubblica, e mi è sembrata una roba fuori dal mondo.

Abbonato alle versioni digitali, non sono più abituato a vedere certi mallopponi che per leggerli ti ci vorrebbero ore. Che poi, è il trucco che ogni lettore usa ma non dice: i quotidiani così si sfogliano, non si leggono. A meno che non ci sia qualcosa che non ci interessi.

Colpa anche del fatto che ormai acquisto solo la copia cartacea del Manifesto, ecco che la percezione di quotidiano cartaceo è completamente diversa. Non più un giornalone con oltre cinquanta pagine ed inserti altrettanto grandi ed ingombranti, ma qualcosa di meno pretenzioso ed allo stesso tempo altrettanto valido.

Che poi, credo che il punto di forza di un quotidiano cartaceo sia proprio quello di condensare i fatti rilevanti ed esporli bene. Non quello di riportare necessariamente di tutto. Per quello c’è la versione online, c’è il web. Il cartaceo dovrebbe essere una palestra per il lettore, che lo invogli a leggere anche di argomenti generici, differenti.

È impossibile fare una cosa del genere con quotidiani che arrivano al centinaio di pagine. Servirebbero ore per farlo bene, e diventa così un lusso che non tutti possono permettersi. Anche per questo l’informazione può essere completata online – dove ognuno cerca e trova ciò che vuole quando vuole – mentre può essere “alleggerita” sulla carta.

Questo è ciò che ho pensato, quando mi è stato consegnato il giornale (acquistato, tra l’altro, per avere il nuovo numero di Traveler). Troppo grande. Troppa roba. Semplicemente, troppo. Credo che nell’editoria nazionale sia necessario qualcosa di più essenziale, meno generalista e meno infarcito di opinioni e trafiletti.

Discorso che vale tanto per la stampa nazionale quanto per quella locale. Il rischio, con giornali che parlano “solo” della Calabria e che ogni giorno hanno oltre le 30/40 pagine, è che siano riempiti sostanzialmente con il nulla.

Una risposta a “Troppa roba”

  1. […] avevo scritto del fatto che, acquistando una copia di Repubblica oltre a quella de Il Manifesto, è apparsa chiaramente la differenza tra i due giornali. Il primo estremamente grande, il secondo più esile. Eppure, nonostante la […]

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