In genere, quando preparo l’orto cerco di seguire solo quel poco che so. Ma ogni tanto penso che bisogna anche “andare oltre” e valutare nuove tecniche, approci e guide. Quest’anno l’ho fatto. Ed ho ammalato l’intera produzione di pomodori.

Nonostante la notevole riduzione idrica apportata per via delle limitazioni ancora in vigore, non posso lamentarmi di quanto sono riuscito a produrre. Prima delle prossime piogge, preparerò il terreno per l’inverno e vedrò cosa mettere a dimora. Sono poche, daltronde, le cose che bisogna sapere per gestire al meglio un piccolo pezzo di terra. Poche ma essenziali, e sopratutto efficaci.

Capita però, guardando qualche foto o leggendo qualche articolo, che si viene assaliti dai dubbi. Magari quello che faccio è sbagliato, o forse lo faccio male. Posso migliorare la resa di una pianta, fermo restando il fatto che non utilizzo concimi o fertilizzanti (ad esclusione dello stallatico, quando vango la terra in autunno)?

La prima cosa che noti, è la differenza tra il tuo orto – artigianale, poco fotogenico e forse un po’ antico – e quello moderno. Ma dell’estetica non mi importa. Ecco allora che ci sono tante nuove tecniche, espresse in brevi video e guide, per “facilitare” le operazioni e “migliorare” la resa di alcune piante. Sembra tutto così facile, intuitivo, che non si può non provarci.

Nello specifico, ho letto in più guide di una cosa che mi sembrò una bestemmia: la cimatura dei pomodori da effettuarsi ad inizio agosto, e non a settembre. La cimatura è un’operazione pesante, non è una scacchiatura o una pulizia alla buona. E di fatti, tradizione vuole che si esegua dopo il caldo estivo, spesso anche a settembre inoltrato (se si tengono le piante).

Leggi e rileggi, gira e rigira, trovo diversi siti e forum dove viene consigliato di fare questa operazione i primi di agosto. Inutile dire che dopo diversi ripensamenti ho deciso di provarci. Tanto che sarà mai?

Ecco, il risultato di questa mia operazione lo vedete in foto: quello è il raccolto del mese di agosto. Raccolto che lo scorso anno era di oltre 5 chili. Dopo la cimatura le piante non hanno prodotto di più, ma di meno. Il trauma le ha rallentate, e molte non hanno neppure fiorito.

Mi sono fatto fregare. Il resto del raccolto è andato bene e conta un nuovo record personale – circa 2 chili di peperoncini – ma quest’anno non mi sono abbufficàto di frese, insalate di pomodori e quant’altro. Non muore nessuno. Ma che peccato.

In rete continuo a leggere di guide, novità, trucchi e quant’altro. Sarà, ma dopo questa “lezione” inizio a guardare con diffidenza anche tutti questi siti così attenzionati ad orto, botanica e giardiano. Fidarsi è bene, ma non fidarsi, evidentemente, è meglio.

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