Non fraintendente: non ci coltivo nulla di stupefacente. Però da ieri sono passibile di multa per spreco d’acqua, dato che a seguito di una nuova ordinanza sindacale è proibito… annaffiare le piante.
L’indiscrezione è circolata mezzo stampa già ieri sera, dopo che il documento contenente la nuova ordinanza (pubblicato poi oggi, 4 agosto, sull’albo pretorio) girava già sui telefonini dei soliti fortunati. Fatto sta che non era uno scherzo, e dopo le varie crisi idriche ecco che ci viene imposta una vera e propria razionalizzazione dell’acqua.
Nell’ordinanza messa a punto dal primo cittadino, questo è l’ordine degli usi proibiti: “Annaffiatura di orti e giardini privati; Lavaggio autovetture e simili; Lavaggio di spazi di aree private; Riempimento di vasche e piscine private; Ogni altro utilizzo improprio diverso dalle normali necessità domestiche e produttive”. Al primo posto c’è la “questione” di orti e giardini privati.
Ora, non credo sia un caso: da diverse settimane la Sorical ha avviato una vera e propria campagna di demonizzazione contro chi, come il sottoscritto, ha il suo piccolo pezzo di terra. Che sia coltivato a pomodori, peperoncini e bietola, o che sia pieno di piante ornamentali, chi si annaffia il giardino è diventato il primo bersaglio quando si parla di “spreco” d’acqua.
Purtroppo però, come ricorda lo stesso commissario della Sorical, il problema è dato dalla mancanza di reti duali, ossia quelle che portano anche acqua non potabile. Il risultato è che sia dal rubinetto della cucina sia dalla pompa in giardino (ma anche alla doccia pubblica o dagli irrigatori nei campetti di calcio) uscirà sempre e solo acqua potabile.
Secondo stime sempre più precise, la media del consumo quotidiano di acqua a testa è compresa tra i 200 ed i 215 litri. E sempre secondo stime ancora più precise, in Calabria si perde il 44,9% dell’acqua a causa delle tubature vetuste, rotte e danneggiate. Nella sola provincia crotonese, la perdita d’acqua ammonta al 45,7%: questi dati così alti vanno intesi anche in un altro senso, ossia quello dei furti d’acqua che sono più frequenti di quanto si creda.
Una conduttura come quella di Calusia, recentemente danneggiata e riparata, ha una portata da 6.000 litri al secondo. E da quella conduttura si perde in mendia il 45,7% dell’acqua che vi transita. Senza contare tutta l’acqua persa a seguito del danno. Come si fa ad affermare, di fronti a questi numeri, che il problema è chi si coltiva un pezzo di terra?
Anche perché per annaffiare l’orto, 3 giorni a settimana massimo 4 quando fa troppo caldo, impiego si e no 50 litri d’acqua. Non serve annaffiare a pioggia, basta una buona canalizzazione. Anche perché l’acqua la pago (a differenza di molti) e di certo non varrebbe la candela gravare una bolletta per qualche ortaggio.
Fatto sta che da oggi sono passibile anche di multa, di almento 125€. Credo che l’atteggiamento delle forze dell’ordine sarà comunque molto soft, e che si ricorrerà alle sanzioni solo in casi eclatanti. Ad esempio, chissà se qualcuno richiamerà (finalmente) tutti quegli attempati signori che ogni giorno stanno almeno mezz’ora a lavare il posto dove si siedono. Tanto, l’acqua loro sicuramente non la pagano.
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