Ed anche la candidatura di Maria Ventura è saltata: in Calabria il centro-sinistra, ed il PD in particolare, dimostra platealmente la sua distanza siderale con una terra che, a parole, vorrebbe salvare dall’abisso. Una storia vecchia e che si ripete puntualmente, e che produrrà una nuova sconfitta.

Non ha fatto in tempo ad affermare che il centrodestra si può battere che ecco saltare anche la sua candidatura. Dopo il ritiro di Nicola Irto, corteggiato, sedotto e poi snobbato per un nome più istituzionale e condiviso, ecco che anche la figura di Maria Ventura abbandona il tavolo: una candidatura, la sua, più ufficiosa che ufficiale, fatta di qualche fugace incontro e dichiarazione e durata quasi 3 settimane.

In queste ore si stanno susseguendo le ipotesi sulle cause del suo forfait: si tratta davvero di un’interdittiva antimafia – la seconda – che ha colpito l’azienda di famiglia? O forse, è cambiato qualcosa nell’asse PD-M5S? Ha fiutato qualche discorso sgradevole? O semplicemente non le andava per davvero, o non le andava più?

Non lo possiamo sapere. Sappiamo solo che così come ha accettato ha rifiutato, riaprendo il campo ad un marasma di nomi inverosimili e che lasceranno il tempo che trovano. La verità è un’altra: non c’è interesse a governare la Calabria. E forse ha ragione che teme e sospetta che il tutto si riduca solo ad un gioco di numeri, che in questo caso vede complice anche il PD.

Sembra quasi che la politica regionale sia lasciata in balia degli eventi. Il centrosinistra non si espone, non si impunta, non fa nulla: si fa trasportare dalla corrente, e va… quasi a rassicurare i suoi stessi avversari che non batterà colpo. La candidatura di Irto avrebbe dato spazio ad un fronte sufficientemente largo per competere, la candidatura di Ventura invece il fronte l’aveva decimato. Con oggi, invece, il fronte ha ultimato la sua implosione.

La sinistra è dunque allo sbando, al termine di una sistematica disavventura pre-elettorale. Oggi ci ritroviamo De Magistris che pensa – forse sinceramente – di ottenere un buon risultato, e l’area più intransigente che parla parla ma poi non si schiera. È un tutti contro tutti a suon di slogan.

Dall’altro lato c’è invece il centro-destra, compatto ed unito (almeno a parole) con l’obiettivo unico di spuntarla. E ce la farà. Riuscità a vincere anche questo giro, non tanto per la simpatia che i calabresi nutrono verso Occhiuto ma per l’operazione di logoramento già messa in atto. Alla fine si voterà più per simpatia o affinità ai partiti che non per l’apprezzamento del candidato governatore.

Non ci resta che fare un nodo al fazzoletto ed aspettare: a quanto pare si voterà il 10 ed 11 ottobre, data che sta circolando molto ma che ancora deve trovare conferma. Salvo un nuovo rinvio.

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