A Crotone ci piace portare avanti un’usanza del tutto tribalistica, forse arcaica, che è quella delle intitolazioni. Chi nel suo piccolo e chi più in grande, cerca di appioppare alle cose un nome che non hanno, perché tanto sa bene che in questo lembo di terra prima o poi le cose ripetute diventano vere per forza di cose.
Ad esempio, oggi leggo del fatto che diverse associazioni culturali della città avrebbero ottenuto un cambio di nome al costruendo teatro comunale. Nel 2015 era stato chiesto ai cittadini di scegliere il nome del teatro, e prevalse il nome dell’attore crotonese Warner Bentivegna. Scelta evidentemente mal digerita dalle associazioni, che approfittando delle amicizie nella nuova amministrazione hanno proposto ed ottenuto – a tempo di record – un voto unanime sul cambio di nome.
Sembrerebbe quasi una guerra “politica”, come a marcare una netta differenza tra il prima ed il dopo. Ma sa di grottesco, di ridicolo, ed è anzi una chiara rappresentazione dei mali che affliggono il mondo culturale crotonese. Un mondo dove sono sempre e solo i gruppi vicini ai governanti a decidere, in questo caso anche il nome di un teatro non ancora finito.
Ma evidentemente ci piace dare nomi alle incompiute. A noi cittadini l’intitolazione a Bentivegna o a Scaramuzza non tange, perché in cuor nostro sappiamo che il teatro non vedrà la luce neanche quest’anno. E dunque questo teatro a chi servirà? Alle stesse associazioni che si fanno la guerra e si “lottizzano” partendo già solo dalla scelta del nome.
A che cosa è servito, dunque, partecipare al sondaggio nel 2015, se poi è bastato presentare una mozione per vedere stravolgere tutto? Questa è solo la dimostrazione lampante di quanto anche il mondo culturale sia prono a determinate logiche, e serva per asservire determinate istanze in determinati momenti e periodi.
Ha un fine, l’associazionismo culturale, che va oltre la cultura, evidentemente.
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