Di questo periodo dell’anno mi piacciono particolarmente le fioriture spontanee. Nelle aiuole di tutta la città, ma sopratutto nei grandi terreni incolti e sui vicini colli, è tutto un continuo fiorire di ogno tipo di fiore. La nuda argilla che ospita piante disordinate e secche è ricolma d’acqua, e da vita ad un meraviglioso tappeto di colori.
Da tempo ho iniziato a distinguere piante e fiori spontanei, e con tutto questo tempo a disposizione posso cercare di catalogarli ed associarli ad un nome. La volta scorsa, ad esempio, ho parlato del ravastrello, splendida pianta che fiorisce sulla nostra spiaggia.
Oggi vi parlo di un altro fiore spontaneo e molto diffuso, che colora letteralmente mezza città da febbraio ad estate inoltrata. Se vi affacciate a guardare un’aiuola fuori casa, sono sicuro che lo riconoscerete subito. Basta intravedere tanti pallini che spaziano dal giallo scuro all’arancione.
Questo “fiore infestante” si chiama Calendula, e rappresenta una pianta estremamente resistente e forte. Capace di diffondersi anche a grandi distanze, di resistere se calpestato e di rigenerarsi in caso di strappi o danni, è detto anche fiorrancio per il suo colore tipicamente tendente all’arancione.
L’origine di questa piante è ignota, e deve essere anche piuttosto antica vista la sua diffusione ben oltre il solo Mediterraneo. Utilizzata prevalentemente come pianta ornamentale, la Calendula era annoverata tra le erbe medicinali della medicina popolare. Un decotto dei suoi fiorellini (che sono commestibili) servirebbe a calmare bruciori di stomaco, gastriti e dolori mestruali.
Oggi, purtroppo, anche questa piantina è considerata un’erbaccia, associata spesso alle aiuole incolte ed ai vicini bidoni della spazzatura. Un vero peccato, in quanto una corretta gestione e pulizia garantirebbe, in climi come il nostro, una fioritura costante ed ancora più gradevole di quanto non sia.
Attenzione, comunque, alle differenze: come spesso accade nel mondo delle piante ci sono più fiori appartenenti ad una sola famiglia, ma molto differenti tra loro. Nelle nostre aiuole e nei nostri (pochi) prati è molto diffusa anche la Calendula Arvensis, molto differente dalla pianta appena osservata.
Anche in questo caso, si tratta di un fiore che avrete sicuramente già visto, spesso in angoli poco curati e tra arbusti e rovi. In questo caso, tale pianta è nota – almeno popolarmente – per fare da nido alle falene. Sarà curioso scoprire il perché di tale credenza.
Ad ogni modo, nei nostri terreni esistono decine e decine di calendule. Il loro caratteristico fiore le rende riconoscibili un po’ più facilmente, nonostante le differenze tra piante e foglie, spesso completamente dissimili.
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