Questa mattina, complice la bella giornata, ne ho approfittato per ripulire la spiaggia davanti casa. Una prima pulizia del grosso era già stata fatta nei mesi scorsi, ed erano rimasto relativamente poco da raccogliere.

Inutile dirlo: plastica, plastica e plastica a dire basta. In ogni sua forma. Bottiglie, boccette, bicchieri, buste, scarpe, ciabatte, reti, oggettistica. Di tutto e di più, che rischiava di finire “spappolato” e disperso nella sabbia e nel mare.

Nel corso della pulizia ho raccolto giusto un saccone di immondizia, più degli oggettì più grandi messi assieme a quel serbatoio che pare nessuno voglia raccogliere. E questa volta, almeno, ho avuto due “feedback” positivi. Un ragazzo che passeggiava col cane mi ha detto “Oh grande!“, ed un vecchietto si è fermato a parlare per un po’.

Sostanzialmente mi ha detto che l’avrebbero dovuto fare quelli con il reddito di cittadinanza, quello che stavo facendo, e che lui, avendo lavorato in Germania per tanti anni, riteneva tutto ciò “ridicolo”. Mi ha aiutato porgendomi due bottigliette di plastica, e poi mi ha dato una grande lezione di vita: “cuddjuniato sei e cuddjuniato rimani“.

E come dargli torto: alla fine dei conti, il fesso sono io che mi prendo la prica di pulire, per quanto mi è possibile. Che poi sia un’operazione relativamente inutile, lo so bene.

Almeno questa volta qualcuno mi ha parlato. Non sono stato il solito alieno invisibile, nè il solito volontario esibizionista da selfie. Due apprezzamenti, in un mare di disinteresse. Non verso di me, ma verso l’ambiente.

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