Da oggi la città di Londra entra in Tier 3. Nuovo lockdown per la city, reso necessario per l’ingente numero di contagi registrato in una settimana (oltre 24 mila) e sopratutto per lo spettro di una nuova variante del virus, più contagiosa del normale.
C’è chi vocifera che nei prossimi giorni verrà varato addirittura il Tier 4, ossia una chisura totale senza alcuna deroga. Una misura drastica che potrebbe vedere la luce entro le festività, in vista anche delle restrizioni che iniziano ad emergere un po’ in tutta Europa.
Non posso far altro che registrare il dramma di chi ha retto alle precedenti chiusure ed ora rischia di perdere tutto, ed i timori per il futuro di una città che, seppur per poco tempo, è stata la mia casa.
Tuttavia, davanti ai miei occhi c’è l’immagine di una Londra alla deriva, senza una vision chiara e delineata.
Una città che ho lasciato viva, pulsante, ricolma di prospettive, che si scopre improvvisamente minata dal dramma di un virus che si unisce all’incertezza della brexit.
Brexit che è stata nuovamente rimandata, ed è anche giusto così visto il momento. Ma che dimostra l’incapacità (o l’impreparazione) di un governo che sta cercando continui escamotage per dare un colpo al cerchio ed alla botte.
Ma questo, oggi, è un discorso che non conta. Non conta niente l’organizzazione di uno stato di fronte alla morte di così tanta gente. Gente che, in ogni caso, era stata avvisata per tempo.
Passerà anche questo, ed il covid rimarrà nelle cronache dei secoli a venire. Ma l’immagine di una Londra in crisi, quella non passerà mai.
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