Questo pomeriggio sono andato a comprare qualche pianta per abbellire il davanzale, altrimenti troppo spoglio dopo il rigoglioso periodo estivo. Un senso di vuoto e di grigiore ingiustificato, che è stato colmato dall’arrivo di qualche ciclamino e diverse altre piante, che almeno danno un tocco di colore in più a queste giornate sempre più corte e buie.
Dal vivaio mi sono portato a casa un bel blister in plastica, un portavasi bello ricolmo e pieno di fiori e piante da interno. Preso da terra, l’ho messo in auto e poi fino a casa. Al momento di portarlo in giardino, una piccola rana è saltata fuori dalle piante, quasi come a voler scappare. Si è andata a nascondere, ma l’avevo vista saltare con la coda dell’occhio, ed ho potuto subito raccoglierla e metterla fuori. Tuttavia, adesso mi dispiace per lei, perché di fatto l’ho condannata a morte certa.
Sebbene ci sia più di qualcuno che tiene delle rane come “animali domestici” (le virgolette sono d’obbligo in certi casi), è difficile credere che un ranunchiolo possa sopravvivere in un giardino alla mercè di uccelli e gatti. Per quanto si possa adattare al terreno umido, agli angolini ombrosi ed alle pozze d’acqua, è probabile che già domattina il ranocchio sarà bello che stecchito. Ed in un certo senso mi dispiace, perché l’ho portato io qui, mentre lui se ne stava nascosto tranquillo tra i fiori che ho comprato.
Lui era li, in quei terreni a Gabella, a saltellare dagli acquitrini e dai canaloni dei campi coltivati a broccoli e cime di rapa, a cipolle ed a cavoli. Per un motivo o per un altro, si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato: in quel blister di ciclamini che ho comprato per abbellirmi casa. Un esempio di “casualità fatale”, o un effetto collaterale, chiamatelo come vi pare.
Di certo in giardino non gli mancherà il cibo, con tutti gli insetti che ci sono, e la pioggia prevista gli darà manforte. Sempre che riesca a sopravvivere fino a quel momento.
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