Mi aspetto di leggere il prossimo programma elettorale e di trovarvi all’interno numerosi paragrafi dedicati alla cultura. L’importanza della storia della città, del suo passato, dei suoi personaggi e così via. Me lo aspetto perché così è sempre stato: l’elemento cultura ha sempre prodotto grandi aspettative, generando però scarsi (scarsissimi) risultati.
Possiamo prendere ad esempio i numerosi cartelli “informativi” sparsi per la città. Sono letteralmente abbandonati a loro stessi. Piazzati li e poi dimenticati. Illegibili, danneggiati o spariti nel nulla, non servono a nulla se non a ricordarci di uno spreco di denaro che dovremmo evitare, al prossimo giro.
Ma il prossimo giro di giostra è imminente, e non è da escludere che anche la prossima amministrazione proporrà delle soluzioni simili: cartelli informativi, codici qr, robe 3d, e così via. Cose del tutto inutili, buone più a far guadagnare una commessa a qualche amico che non a generare servizi turistici.
Nel cartellone che vedete in foto non si riesce a leggere quasi nulla. Si intravede però, in basso, un scritta: percorso storico. L’idea, nei primi anni 2000, era quella di creare un itinerario con questi segnali, molti dei quali ancora visibili in altre aree della città. I cartelli ci sono, manca solo il percorso.
Non basta piazzare un cartello, un segnale o un lamierato per fare cultura. Dovremmo averlo imparato, e dovremmo aver capito che non serve a nulla spendere dei soldi pubblici per soddisfare l’ego di questo o quell’assessore alla cultura di turno.
La cultura è una cosa seria, e l’ente ha al suo interno (e non solo) persone più che valide da dedicare alla sua valorizzazione. Basta solo che lo capisca e che lo metta in atto, invece di proporre i soliti, inutili feticci che siamo in grado di produrre.
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