Lo scorso 20 aprile è stato rinnovato il portale Krotontur.it. Un sito che probabilmente non dice nulla ai più, ma che fa parte di un progetto di “promozione turistica” nato in seno alla programmazione PON 2007-2013, ma finito online solo nel 2014.

Ed è da allora che paghiamo un hosting professionale per tenere accessibile un sito composto da qualche pagina in php ed un discutibile database, che comprende, oltre a qualche generico cenno storico solo su alcuni comuni del crotonese (neanche tutti), anche una lista inequivocabilmente vecchia di attività ricettive e di ristoro.

Ora: il pagamento di 85€ annuali per l’hosting linux professionale non rappresenta in alcun modo un problema, sebbene non serva assolutamente un hosting progessionale per la tipologia di sito in questione. Nè si può parlare di chissà quale sperpero di denaro. Tuttavia, dovremmo chiederci che senso ha tenere quel sito online.

In passato il Comune di Crotone ha già accorpato diversi siti tra le sue pagine (si pensi a Vivere Crotone, ViaggiArt, Kroton e così via, si noti la costante della “promozione turistica” di tutti questi portali), evitando dunque di pagare diversi hosting. Non si potrebbe fare lo stesso per Krotontur?

La delibera in fondo parla chiaro: “detto servizio deve essere rinnovato per non interrompere tutte le attività connesse al dominio www.krotontur.it con la conseguente perdita di tutti i dati informativi contenuti nella piattaforma Krotontur“. Resta da chiedersi quali siano, nel 2020, le “attività connesse” al dominio, e se queste siano mai esistite in realtà.

Chi vivrà vedrà. Intanto, non vi resta che spulciare per benino il sito, che su alcune pagine porta ancora la firma di Peppino Vallone. Un indicatore chiaro, qualora ce ne fosse bisogno, di quanto sia al passo con i tempi.

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