Oggi, passeggiando, pensavo. Pensavo ai fiumi di parole dette e scritte, in questi anni. A chi c’ha speso una vita prima di me. A chi si è dedicato anima e corpo. A chi c’ha scommesso tutto. Pensavo alle parole di mio padre, quando gli dissi che volevo tornare a vivere qui. Ecco, pensavo a questo, tutto per colpa di quel cartellone.
“Kroton! Come era, come sarà“. Uno slogan altisonante che appare su un cartellone nel bel mezzo del nulla. L’erba alta e incolta di un lembo di argilla grezza, dove anni fa ammazzarono un uomo. Della sua morte non resta nulla, neppure una croce, una lapide. Niente. Delitto passionale, si disse.
Li in quell’erba alta, che è rimasta così sin dalle lottizzazioni degli anni ’60 e ’70, non è cambiato mai nulla. Sono cambiate le famiglie che abitavano i palazzi, sono cambiati i cognomi, sono cambiate le attività commerciali. Ma l’erba alta è rimasta sempre li, di fronte al mare, ed è riuscita a sconfiggere anche una nuova lottizzazione che vi sarebbe dovuta sorgere sopra.
Questa, è Kroton. Questa era, e questa sarà.
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