Nel corso dell’oramai classico evento di Via Roma in festa, sono stati distribuiti dei volantini, diffusi anche online, con scritto: “L’e-commerce distrugge l’economia della città che ami“. Il volantino è stato diffuso dalla Confcommercio, che ha contribuito all’evento assieme alla Camera di Commercio, Fenimprese e numerosi commercianti locali.
Purtroppo, il volantino – e nello specifico l’affermazione in se – non rappresenta solo l’aberrante ignoranza nostrana nei confronti del web, ma anche la nostra schizzofrenia: la stessa Confcommercio infatti sponsorizza la “cultura del digitale”, e di recente ha preso a sponsorizzare anche i corsi di Crescere in Digitale, cosa che prima faceva solo la CamCom. Insomma, lo stesso ente un giorno dice che l’e-commerce è una risorsa, ma il giorno dopo scrive su un volantino che “distrugge l’economia della città che ami”.
Un campanilismo sterile e smentito dalla realtà quotidiana di numerose aziende crotonesi, che proprio grazie all’e-commerce riescono ad aumentare il proprio fatturato (o comunque a stare a galla). Addirittura, c’è chi arriva a inventarsi costosi corsi con risultati incredibili per promuovere il marketing digitale, e la Regione Calabria ha stanziato molti fondi sul tema, cercando di valorizzare una narrativa economica e turistica.
Ma evidentemente, alla Confcommercio crotonese tutto ciò non fa testo. L’e-commerce distrugge, secondo loro. Perché il problema non è un tessuto del commercio incapace di adeguarsi alle richieste della popolazione (da intendersi come potenziali clienti), il problema è l’utente finale, che invece di accettare il mondo di possibilità offerte su internet dovrebbe accettare di buon grado i prodotti venduti dagli acquirenti locali.
Si legge anche questo, purtroppo, alle porte del 2020.
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