Con le effettive dimissioni di Ugo Pugliese, è ufficialmente finito tutto. Decadono automaticamente consiglio e giunta comunale e provinciale, e chi fino ad oggi ha goduto degli onori delle cronache per il mero incarico ricevuto, da oggi tornerà a non contar nulla, in attesa della nuova tornata elettorale di cui già ho parlato altrove.
Tra le più grandi delusioni di questa stagione politica oramai al termine, ci sono ovviamente gli esponenti del Movimento 5 Stelle locale. Erano partiti male, con le loro lotte interne tra meetup e comitati, ed avevano continuato altrettanto malamente, con le faide a colpi di certificazioni e scarsissimi voti. Ma hanno finito ancora peggio, dopo tre anni di assoluto nulla, caratterizzati da qualche invettiva in consiglio e qualche comunicato stampa. Niente di più, niente di meno.
Potevano accontentarsi di questo, ma hanno preferito sparare un’ultima cartuccia proprio tramite un comunicato stampa pubblicato ieri. L’ultimo grido disperato, una sorta di “giustificazione” (rivolta forse proprio all’elettorato ormai perso e frammentato, che critica apertamente l’operato dei due portavoce grillini), dove viene affermato che “loro” i problemi della piscina li avevano portati in consiglio già il 29 gennaio scorso. Un po’ come fanno i bambini che giocano a chi cel’ha più lungo, hanno cercato di far passare l’idea che “loro l’avevano già detto” in tempi non sospetti.
Ma in questo comunicato non traspare nulla se non la malafede di alcuni uomini, prima che di alcuni politici. Perché le indagini sulla piscina olimpionica di Crotone si susseguono dal 2015, e la cosa è nota a tutti, così com’è noto che il primo ad esprimere perplessità in merito alla gestione dell’impianto fù l’assessore Claudio Perri nel 2012. Così com’è anche noto il fatto che fù grazie all’avvocato Fabrizio Meo che, nel 2016, la questione prese rilievo nazionale, dato che fu l’unico che si mosse al fine di far partire controlli e verifiche. E, tanto per concludere, le indagini di cui si legge in questi giorni, si riferiscono al 2018.
Insomma, il 29 gennaio 2019 era tutto bello e pronto. Anche un lettore superficiale avrebbe avuto contezza del fatto che nella gestione della piscina c’era qualcosa che non andava. Ma anziché collaborare apertamente con la cittadinanza attiva, gli esponenti del M5S locale hanno preferito chiudersi a riccio. Far valere solo le loro battaglie personali, che di concreto non hanno prodotto nulla se non qualche misero gettone di persenza elargito a beneficio dei soliti vavazzùni crotonesi.
Nel M5S hanno capito che le cose vanno male. Dopo la giravolta nazionale – dalla Lega al Partito Democratico – e dopo l’alleanza fallita in Umbria, dopo le litigate interne al governo e i recenti smacchi, sanno benissimo che l’elettorato gli girerà le spalle. E questo vale tanto a livello nazionale quanto a livello locale: dopo aver dimostrato la propria nullavalenza, che speranza si può avere? Tanto vale sparare le ultime cartucce.
Nel mentre si aspetta il nome del prossimo candidato alle regionali, tornano i litigi interni. La Nesci ci riprova e chiede di essere scelta, ma la cosa non piace all’interno del movimento. Probabilmente verrà fatto un altro nome, ma su una cosa la Nesci non sbaglia: il M5S rischia il terzo posto del podio, e dunque rischia di essere tagliato fuori, di non contare nulla. Una situazione evidente, e che dovrebbe porre numerosi interrogativi su come il movimento è stato gestito, in questi anni di opportunità politica sprecati solo per comunicati ed invettive.
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