Di tutti i comunicati lanciati dagli esponenti cittadini del Partito Democratico (Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Sette. Otto. Nove. Dieci. E undici come bonus, trattandosi di una lettera aperta), solo uno era degno di nota: quello dei Giovani Democratici, gli unici, assieme ai giornalisti locali ed a diversi esponenti della sinistra cittadina, ad aver espresso un parere positivo nei confronti del commissariamento.
Avrei voluto parlare dell’importanza di questo comunicato. Della necessità di ascoltare i più giovani, di capirli, di affrontarli. Ma in meno di 24 ore sia il segretario regionale che quello cittadino – dei G.D., s’intende – hanno “ritirato” il comunicato perchè “in alcun modo può tollerare un commissariamento del circolo capoluogo di provincia“. Un ragazzo che smentisce i suoi ragazzi.
Ha sempre funzionato così, a Via Panella: non decidono gli elettori, il “popolo della sinistra” che puntualmente si chiama a raccolta, nè tantomeno decidono gli esponenti di partito. Decidono i dirigenti, i segretari, e o si segue la loro linea o si è tagliati fuori. I capibastone impongono la loro vecchia linea politica, autoreferenziale e circolistica, impedendo, di fatto, ogni contributo apportato dalla sezione giovanile del partito.
Nessuno ascolta i ragazzi. Nessuno prende in considerazione i giovani, a meno che non siano figli d’arte o non supportino “senza se e senza ma” le cause del segretario in auge. Così è stato e così sarà: era così anche nelle fila della S.G. o nella F.G.C.I. (che ho frequentato personalmente per anni), e forse all’interno dei G.D. qualcuno se ne ricorda ancora.
Le federazioni giovanili sono ridotte così ad un fardello, un feticcio, alienato nella sua stessa natura: dovrebbe rappresentare un incubatore di idee, ed invece è un recinto per piazzare temporaneamente chi deve fare carriera. Qualche foto, qualche manifestazione, qualche comunicato… una buona dose d’immagine, per nascondere l’impossibilità d’azione. Con buona pace degli ideali della sinistra.
Dispiace. E dispiace ancora di più quando va a finire che tutti quei comunicati abbiano sortito l’effetto sperato. Mai, e sottolineo mai, si erano visti tanti comunicati stampa da parte della federazione cittadina del Partito Democratico. Ed hanno avuto più peso di anni ed anni di disinteresse. Un colpo “letale” per Graziano, che ha revocato il commissariamento, ma ancor più per la politica cittadina: il commissariamento del circolo crotonese avrebbe fatto solo bene. Così si avalla una malagestione cronica e nota, contestata solo dalla federazione giovanile e dagli esuli, che non hanno però alcuna voce in capitolo.
A questo punto, bisogna fare una scelta: stare dalla parte “dei vecchi”, che difendono strenuamente la necessità di continuare in quest’ottica bieca e infruttuosa di gestione del partito, che porta ad un progressivo allontamento della base acuendo le lacune e le difficoltà riscontrate a livello nazionale (a Crotone, alle primarie del 2009 parteciparono oltre 11.000 votanti, a quelle del 2019 meno di 2000). Oppure, stare dalla parte “dei giovani”, sistematicamente messi da parte dalla federazione, nonostante siano in grado di produrre analisi incredibilmente più lucide e meno alienate rispetto alla realtà, e capaci di analizzare una situazione per quella che è: una porcheria.
Il Partito Democratico di Crotone non ha bisogno di tutto questo. A meno che non si voglia mettere definitivamente la parola fine all’esperienza politica della sezione cittadina, gettando ulteriore fango sulla sua storia e sulla reputazione di chi ci ha dedicato tempo e passione. Una fine indegna anche per un malato cronico ed apparentemente irrecuperabile.
Lascia un commento Annulla risposta