Questa mattina, mentre andavo a lavoro, ho notato degli operai che pulivano il battistrada lungo la SS106 dal tratto che và dallo svincolo in Via Leonardo da Vinci al cavalcavia sud. A distanza di quattro ore, tornando a casa per pranzo, ho visto gli stessi operai stendere dei cavi elettrici lungo il tragitto.

Tornando a lavoro nel pomeriggio la curiosità era troppa, e non ho esitato a chiedere: gli operai stavano lavorando per ripristinare i lampioni di quel tratto di strada, fulminati da mesi. Un intervento richiesto appena qualche giorno fa dopo la protesta messa in atto da alcuni cittadini, dalla quale nacque una chiamata alla sede regionale dell’ANAS che, pur non avendo competenza in merito (la gestione in quei tratti è del CORAP), si è impegnata a trovare una soluzione.

I lavori sono ancora in corso, e potrebbero concludersi anche nel corso della prossima settimana. Tuttavia sono partiti con una rapidità impressionante, e sicuramente rispetteranno il termine dei 15 giorni “imposti” dai protestanti. Ma resta pur sempre un intervento tardivo, messo in atto dopo l’incidente mortale avvenuto proprio in quel tratto. Incidente che non si può collegare ad alcool o droga, e per il quale, secondo i parenti della vittima, un po’ di luce in più avrebbe potuto fare la differenza.

Proprio la velocità dell’intervento però sta già facendo discutere. C’è chi, ovviamente, si dice soddisfatto, ma c’è anche chi asserisce: ma se bastava fare una telefonata, perché non l’hanno fatta prima?

Ed in effetti, se bastava mettersi in contatto con l’ANAS per far ripristinare i lampioni, perché nessuno dallo scorso inverno si è mosso in tal senso? E se qualcuno si è mosso (anche se così non sembra), perché non se n’é fatto nulla? Probabilmente, nessuno fino a quel tragico evento aveva considerato il buio come un potenziale pericolo, nonostante la strada sia percorsa quotidianamente da decine di “pedalini”. Finché non c’è scappato il morto.

Le cose in fondo funzionano così, in tutta Italia: c’è sempre chi paga lo scotto della mancata prevenzione, dell’assenza di quel pensiero lungimirante volto alla tutela. Ed a noi, cosa resta? Resta l’amaro in bocca, per aver dovuto pagare una vita come tributo per rivedere accesi una dozzina di lampioni.

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