Da qualche anno a questa parte c’è l’insana tendenza di lanciare allarmi infondati su presunte soppressioni di tratte ferroviarie. Allarmi che riscuotono un notevole successo sui social, ricevendo migliaia e migliaia di interazioni, condivisioni e commenti indignati, e rappresentano un piccolo paradosso calabrese, dove tutti sembrano voler difendere a spada tratta un servizio utilizzato da sempre meno persone.

Nell’universo dei comunicati allarmistici – che arrivano di anno in anno da tutte le province – si può leggere di tutto, da presunti smantellamenti di interi tratti di binari a demolizioni di vecchie stazioni, ma il vero must è un cliché che conoscete tutti: l’abolizione di un collegamento, di una tratta “importante”.

Quest’anno a lanciare l’allarme a Crotone c’ha pensato la CISL, con un comunicato ripreso da quasi tutti i giornali locali con titoli molto eloquenti. Titoli che ovviamente sono stati modificati dopo la prima smentita ufficiale, come cattiva e diffusa usanza da queste parti. Secondo il sindacato infatti, Trenitalia avrebbe intenzione di sopprime ben due Intercity, gli ultimi due rimasti sulla Jonica: il 564 ed il 1542.

A distanza di poco meno di qualche ora dall’annuncio, sono iniziate ad arrivare le smentite e le repliche. Gli esponenti del M5S locale infatti hanno subito parlato di “attacco politico e mirato”, volto a screditare l’operato del governo. Ma non hanno preso parola solo esponenti politici, anche l’Associazione Ferrovie della Calabria con un post non solo ha smentito ogni soppressione, ma ha anche invitato a smetterla con le fake news.

Fake news che purtroppo sono sempre attuali, ed in effetti vengono usate non tanto per denunciare le condizioni del sistema ferroviario, ma per attaccare il governo di turno. Ed infatti basta avere un po’ di memoria per ricordarsi l’ultimo episodio lanciato proprio a Crotone, che presentava le stesse dinamiche.

Era il “lontano” 2016 quando il Meetup Amici di Beppe Grillo di Crotone lanciò lo stesso identico falso allarme, parlando di “soppressione dell’Intercity 558”. Anche allora la notizia venne ripresa dai giornali locali, ed alcuni articoli sono ancora online, ma ben presto venne smentita e la questione passò in sordina.

A rileggere il comunicato del 2016, ed a confrontarlo con quello del 2019, non si trova alcuna differenza. Giusto qualche frase espressa in modo diverso, qualche altra parola, ma il succo è quello: ci tolgono quel poco che resta e nessuno dei rappresentanti politici fa nulla.

Come dire: chi di bufala ferisce, di bufala perisce. Ma ciò non toglie la penuria di argomentazione portate a dibattito quando dalla classe politica (dirigente o meno) quando dalla classe sindacale a fronte dei numerosi argomenti reali e tangibili, snobbati per dare spazio alle frivole fesserie che in una terra come la nostra lasciano il tempo che trovano.

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