Esiste un souvenir che è d’obbligo in tutti i luoghi che vantano un legame con Pitagora. Lo si può comprare a Samo (ed in generale in tutte le Sporadi Meridionali) come ad Atene, così come in Basilicata e in Puglia. Lo si conosce ovunque, tranne che a Crotone.
Parliamo oggi della Coppa di Pitagora, un oggetto storicamente attribuito al filosofo e divenuto negli ultimi anni piuttosto popolare anche dalle nostre parti. Noto prevalentemente all’estero con il nome di Pythagorean cup o Greedy cup, in Italia ha assunto nomi come “coppa dell’avidità” o “coppa del buon senso”. Ed il perché é presto detto.
Si tratta, per quanto riguarda l’aspetto, di una semplice coppa utilizzabile per bere. L’antenato del bicchiere, insomma. Tuttavia, la coppa è realizzata in modo tale da svuotarsi automaticamente se riempita troppo. Non ci credete? Potete visualizzare uno dei tanti video disponibili, o scovare alcuni dei post disponibili online.
Secondo la leggenda, il filosofo ideò la coppa per diffondere il concetto delle giuste quantità. Il vino scorreva a fiumi nell’antica grecia, e gli abusi erano all’ordine del giorno. Per questo motivo, il filosofo ideò una coppa dotata di una piccola colonna al suo interno: se il liquido versato superava l’altezza della colonna, sarebbe “scivolato via” lasciando il bicchiere nuovamente vuoto. È più facile a farsi, che a dirsi.
Non si tratta di magia, ma di un mix di cose come il principio dei vasi comunicanti e la pressione idrostatica. Si tratta, a tutti gli effetti, dello stesso funzionamento dei moderni sifoni, solo in scala ridotta.
Insomma, il troppo stròppia, come si dice dalle nostre parti. Ma com’è possibile che una città come Crotone, che può vantare la prima sede della Scuola Pitagorica ed un legame unico con il filosofo, abbia completamente rimosso questo oggetto dalla sua storia e dalla sua memoria? Difficile a dirsi.
Oggi è possibile acquistare questo oggetto in varie località d’Italia – compreso a Crotone, nel “bazar” di Cavarretta in Vico Giunti – e del Mediterraneo, finanche online. È impossibile affermare con certezza che si tratti di un’idea di Pitagora in persona (e non magari di una trovata pubblicitaria moderna), ma il suo nome è oramai legato, tra le altre cose, anche a questa semplice coppa.
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