Ieri, con la pubblicazione del post Ricordi dall’unico concerto di Rino Gaetano a Crotone, ho scatenato un piccolo dibattito. Oltre ai soliti esaltati locali – quelli che arrivano a sessant’anni e sentono la necessità di vedersi riconosciuti chissà quale merito – ho notato una cosa: molte delle persone che hanno affermato di ricordare qualcosa, pretendevano anche di essere le uniche ad avere il ricordo esatto di quell’evento.
In almeno tre commenti ho potuto dunque leggere delle “verità assolute”, che, a detta dei commentatori, pregiudicavano tutte le altre versioni fornite. Insomma, ognuno diceva il suo e voleva avere ragione.
Ora, è difficile pretendere di ricostruire un evento solo sulla base dei ricordi popolari e senza alcuna fonte scritta. E lo è ancora di più se ci si trova a dover ascoltare delle versioni piuttosto simili, ma discordanti solo in alcuni punti.
Il principale ostacolo, in questo caso, è il “veicolamento” dei ricordi. Oggi li si usa per poter affermare le volontà reali di tizio, o per esprimere “ciò che lui davvero pensava”. Ma la verità è che si tratta solo di tanti, piccoli ricordi sbiaditi, che hanno tutti lo stesso peso sulla bilancia del tempo.
Non posso far altro che constatare – per l’ennesima volta – la “pesantezza” del clima crotonese. Dove nessuto ti aiuta a fare ricerche, ed allo stesso tempo è prontissimo a criticare ciò che trovi e pensi. In fondo, è più facile darsi dei meriti, che ottenerli.
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