Questo 2018 si appresta a finire e, come sempre, un po’ tutti iniziano a fare i pronostici per l’anno che verrà. Per quanto mi riguarda, è stato un anno bello pieno tra lavoro, casa, amore e affetti, che si conclude comunque con la solita ansia da disoccupazione, e la solita smania che mi divide tra il restare e l’andare nuovamente via.
Tanti pensieri, tante idee, tante cose. Non solo la disoccupazione (che non c’è disponibile nemmeno un posto da manovale in tutta la provincia), ma anche la scure di una manovra economica miope e potenzialmente negativa, la pesantezza dei “soliti discorsi” e dei “soliti comportamenti”, e la sempre più solida convinzione che “non cambia mai niente”.
Insomma, un natale totalmente disilluso, leggero, passivo. Lo spirito delle feste è svanito con gli anni, e gli auguri di tutti quelli che incrocio per strada non mi rallegrano, mi infastidiscono.
È un periodo di auguri e pensieri. Ed è sorprendente che “auguri e pensieri” sia proprio il nome di una conferenza che si è tenuta, qualche giorno fa alla Casa Rossa, riguardante “tutti i movimenti, I DemoKratici, Crotone in Rete, Laboratorio Crotone, Araba Fenice e i Popolari per Crotone, che hanno dato vita a La Prossima Crotone per il tradizionale scambio di auguri”. Una torbida accozzaglia di riciclati politici, pronti, all’evenienza, a schierarsi a supporto tanto di tizio quanto di caio.
Il loro auspicio è il solito: “il 2019 ci dovrà trovare pronti per essere protagonisti come sempre“. Che tanto, protagonisti lo sono sempre: sono solo loro. Sempre loro. E sono loro a decidere chi verrà, dopo di loro. Una sudditanza che garantisce un seguito, una “dinastia”.
Leggere cose del genere è un pugno nello stomaco. È l’ennesima certezza che il 2019 sarà una fotocopia del 2018: non importano le belle parole della Sculco dal pulpito della sala, importano i fatti. Le azioni. E vedere una città in mano a chi non si fa problemi a querelare i più giovani, rei di avere una loro opinione, è straziante.
Ed ancor più straziante è vedere i giovani disinteressati alla cosa pubblica, ma interessati solo al loro. Chi gliela fa fare, ad esporsi? Meglio non avere altre rogne, che già i problemi sono tanti. Va così che i giovani che devono rappresentare i loro pari siano evanescenti, all’interno del comune, più impegnati a realizzare dj set e passerelle.
Va così, a Crotone. Questi i miei pensieri, in questi giorni di malinconia (complice la luna piena con il suo carico di solitudine e tristezza, nei cieli di dicembre), ma mancano i miei auguri. Un augurio generico, a tutti quei “sudditi” che hanno paura di esporsi. A tutti quei giovani che “non gli interessa”. A tutte quelle persone che, volontariamente, non prendono posizione per un motivo o per un altro. A tutti quelli che invece di discutere attaccano per partito preso.
Il mio è un augurio di libertà. Vi auguro solo ed esclusivamente la libertà, che voi ogni giorno rinnegate e calpestate. Siate più liberi. Siate un po’ più briganti.
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