Negli ultimi anni la popolazione di corvi è aumentata notevolmente. In passato il tetro volatile era relegato alle aree di campagna, poco presente nel centro cittadino. Oggi invece assistiamo ad una vera e propria colonizzazione, dove i corvi hanno sostituito gli stormi di tortore e piccioni, e si presentano in nutriti gruppi a stazionare sui tetti dei palazzi. Insomma, il corvo ha aumentato la sua presenza in tutta Crotone.

Mi ha stupito – e non poco – osservare che da diversi giorni c’è un corvo che non vola più. È rimasto cieco (forse per vecchiaia, forse per malattia, forse per una violenza ), e se ne sta impaurito nel suo angolino, lungo discesa Mori. Non riesce più a volare, sbatte solo le ali, e si è abituato a stare in solo posto, riuscendo a salire su di un muretto e relativa ringhiera.

Si posiziona li, e sembra che osservi i passanti. Si lascia avvicinare, e come si rende conto che c’è qualcuno si agita. Ha vita breve, questo sfortunato animale, e da qui a qualche giorno finirà divorato dai gatti che già gli ronzano intorno.

È il duro cerchio della vita, in natura. E tutti ne siamo succubi, anche quegli animali che in genere hanno brutte nominate. L’unica differenza è che per un gattino rognoso e morente si mobilitano persone ed associazioni. Per un corvetto no.

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