Qualche mese fa i ragazzi della Ciclofficina TR22o avevano fatto notare un caso curioso: nessuno sapeva più nulla di sette biciclette donate dal Comune di Crotone alla Questura. Un vecchio fatto risalente al 2010 del quale si è persa ogni traccia, ed ancora oggi la sorte di queste sette biciclette è ignota, e non si capisce dove siano andate a finire. Quel che è certo, è che le biciclette sono state pagate dal Comune, e dunque dai cittadini, ed a questo punto è difficile capire il perché di quella spesa.
Ma Crotone non è nuova a certi episodi, specialmente quando si parla di biciclette e di piste ciclabili. Sono pronto a scommettere che nessuno di voi è a conoscenza del fatto che Crotone è dotata di un percorso per mountain bike in pieno centro. C’ho azzeccato, vero? Il presunto percorso, stando alle parole riportate sul sito del Comune e su alcuni giornali locali, è stato inaugurato nel 2015 a seguito di “alcuni lavori” da parte della precedente amministrazione, e si trova tutt’oggi a Parco Pitagora (ex Parco Pignera), subito dietro l’ospedale cittadino.
C’è solo un grande, enorme problema con questa notizia: non è vera. Non si tratta infatti di “un nuovo percorso” come scritto nel comunicato stampa, bensì di un sentiero realizzato nei primi anni 2000 per raggiungere il gladio. Un semplice sterro, utilizzato da decenni per appartarsi, per vedere a scrocco le partite di calcio, e si, anche per andare in bici. Non è neppure un “percorso”, ma un tracciato che parte da Via Benetto Croce e termina al Piazzale Stadio.
Ora, i percorsi per le mountain bike non sono delle piste ciclabili, e per loro natura sono – appunto – dei sentieri sterrati. Quel che colpisce, in questo caso come in tanti altri, è la faciloneria con la quale si affronta il tema della bicicletta in città. Volete una pista ciclabile? Rifacciamo un marciapiede e vi diciamo che abbiamo fatto una pista ciclabile ex novo. Volete un percorso per mountain bike? Facciamo una foto ad un sentiero – uno dei tanti in città – e vi diciamo che abbiamo fatto un nuovo (!) percorso per mountain bike. E così via.
Il riciclo e l’uso sapiente delle proprie risorse sono importanti quanto necessari, ma bisogna andare oltre. Ogni opera, altrimenti, rischia di rimanere una cattedrale nel deserto. Questo presunto percorso per mountain bike, ad esempio, non è collegato con alcuna pista ciclabile, così come non è collegato a nessuna pista ciclabile il Park’n’Ride. Non stiamo di certo a pretendere la corsia dedicata, ma quanto meno un percorso adeguato a chi usa la bici. Altrimenti, tanto vale non far nulla e dare n’aggiustata, di tanto in tanto, ai marciapiedi.
Paradossalmente, abbiamo perso la nostra cultura da cicloamatori: la bicicletta fù il principale mezzo di locomozione cittadino fino ai tardi anni ’70 – lo ricordava anche Ando Gilardi, quando raccontava un particolare che gli rimase impresso del quartiere Shangai – e da allora ha conosciuto un lento ed inesorabile declino. Oggi è considerato oggetto “scomodo”, da usare solo per farsi nà passiàta, e non più concepito come mezzo per andare a lavoro, o per fare brevi spostamenti.
Ben vengano le iniziative a sostegno dell’uso della bicicletta (ove possibile), ma il principale scoglio da superare sarà sempre quell’atteggiamento “alla buona” tipico di certi crotonesi. Quelli che “vogliono tutto” perché “Crotone è una città moderna”, ma poi non usano nulla di tutto ciò. Vogliono teatri, piste ciclabili, differenziata, servizi e quant’altro, ma solo per poter dire di averli.
Ecco, questa è forse l’essenza di questo “percorso per mountain bike”: non importa che sia funzionale, o quanto meno reale, basta dire di averlo. Basta dire di averlo fatto, nella speranza di ottenere qualche consenso.
Quello che dovremmo avere, invece, è un minimo di coordinamento per realizzare un semplice quanto necessario percorso ciclabile urbano. Una piccola rivoluzione fatta non solo di sentieri e strade buche-buche, ma anche di pensiline, parcheggi, aree di sosta e punti informativi. Non smetteremo mai di ripetere che Crotone è una città pianeggiante, che si presta perfettamente all’uso della bicicletta. Basta solo volerlo fare.
E ad oggi, non si è mai presa seriamente in considerazione neppure l’idea, di farlo.
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