Nei giorni scorsi la sanità locale è rientrata ferocemente nel dibattito pubblico, a seguito di un blocco delle erogazioni alle strutture accreditate. Un argomento che affronterò meglio nei prossimi giorni, in quanto – purtroppo – strumentalizzato da troppi lati.
A fare da cornice a questo spiacevole evento, c’è stato un fatto curioso quanto sconcertante, che potremmo parafrasare come una piccola “guerra politica”. La Prossima Crotone infatti ha attaccato l’attuare direttore dell’ASP di Crotone, Sergio Arena, definendolo “abusivo” e chiedendo un cambio di vertici. Dello stesso avviso un’altra nota, lanciata dal Laboratorio Crotone – Idee in Rete (una sorta di associazione di centro-destra vicina agli ambienti sculchiani), questa volta indirizzata contro Scura ed i suoi tagli, che peggiorerebbero la vita dei cittadini.
Fin qui tutto nella norma. Se non fosse per il fatto che, in poche ore, non solo il PD locale ha risposto duramente all’attacco de La Prossima Crotone, ma addirittura è venuta fuori una nota congiunta di ben 16 sindaci del crotonese a difesa di Sergio Arena. Sedici sindaci di vari paesi che hanno preso le difese del direttore dell’ASP locale. Una cosa mai vista prima, sia per la modalità che per i tempi di risposta.
Ah, quanto vale una nomina! Specialmente all’ospedale… qualcuno ci ha visto lungo, ed ha capito le intenzioni di Enzo Sculco (o quanto meno dell’area sculchiana), che vorrebbe “tornare a contare” all’ospedale cittadino, da tempo immemore nelle mani “della sinistra”. Anche il Presidente della Regione, Mario Oliverio, chiamato in causa, ha risposto per le rime alla Prossima Crotone, e si respira un’aria di rottura tra le due parti, proprio in vista delle prossime elezioni Regionali.
Sul caso Arena è difficile prendere una posizione, perchè è estremamente facile scadere nella “faida politica”, rischiando di non essere obiettivi. Non è un caso che La Prossima Crotone, così come il Movimento 5 Stelle, parli quasi sempre di “commissario abusivo”, o di “nomina illegittima”, e non di eventuali problemi riguardandi la sanità pubblica. Proprio per questo motivo, il dubbio è che l’attacco non sia mosso dalla volontà di migliorare le cose, bensì dall’intento di rimettere le mani su una nomina pesante come quella del direttore dell’ASP. Insomma, una guerra di potere.
Pare dunque ancora saldo (saldissimo) l’asse del PD, che in blocco ha fatto capire a Sculco che non può permettersi questo passo falso. Mai infatti – è bene ripeterlo – si era vista una lettera firmata da così tanti sindaci a difesa di un direttore generale. Mai. Una reazione spropositata a fronte di un’accusa popolare, mossa però da una persona di un certo peso.
Una vicenda avvilente, che ben delinea gli equilibri di potere dalle nostre parti. E sopratutto, che mostra in modo crudo e diretto quanto la politica (ed i politici) siano pronti a difendere una nomina. Una tempestività che cozza terribilmente con quel lassismo quotidianamente ostentato nella maggior parte della vita pubblica locale.
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