Così era diviso l’estremo sud

Gli antichi romani, quando facevano un viaggio verso la Calabria, si spostavano nell’odierna Puglia. Può sembrare una presa in giro. Eppure, fino al tardo periodo Bizantino, l’attuale Calabria non si chiamava ancora così. Per anni abbiamo letto di fantasiose ricostruzioni sul nome della nostra regione, senza mai però specificare il fatto che si tratta di un nome acquisito.

Nel suo Naturalis Historia, Plinio il Vecchio si riferiva alla regione con il nome di Italia, per via del fatto che i popoli che vi abitavano venivano chiamati Itali (Italòs, o Italòi), descritti all’epoca come discendenti degli Enotri. Oggi sappiamo che questa antichissima popolazione non era ellenica, bensì osca, tant’è che il termine stesso, Italòs, discenderebbe dalla parola osco-umbra uitlu, cioè uitellus, oggi vitello.

Il nome Italia venne successivamente associato all’indicazione di Magna Graecia, e la cosa durò fino all’arrivo dei Romani: a partire dal III secolo a.C. iniziarono a conquistare, una dopo l’altra, tutte le colonie esistenti, prendendo il controllo della regione sul finire del II secolo a.C., cambiando ovviamente nomi e riferimenti ad ogni cosa. La regione continuò a chiamarsi Italia fino al I secolo d.C., precisamente fino all’anno 7 d.C., quando l’imperatore Augusto definì per la prima volta le Regioni, 11 macro aree che definivano i territori di Roma.

A questo punto, è lecito domandarsi: ma perché Augusto chiamò l’attuale Puglia con il nome di Calabria?

Le prime colonizzazioni

In quell’occasione, Augusto decise di chiamare le Regioni in base ai nomi dei popoli che vi abitavano. L’estremo sud della penisola era dunque diviso in due grandi aree, la seconda regione, detta “Apulia et Calabria“, corrispondente all’attuale Puglia, e la terza regione, detta “Lucania ed Brutii“, corrispondente all’attuale Calabria e Basilicata. La deduzione è quindi ovvia: l’attuale Puglia era abitata da un popolo detto Calabri.

I Calabri sono considerati di discendenza illirica, provenienti dunque dalla penisola Balcanica, e non dall’ellenia. Era uno dei due popoli che abitava l’antica Puglia: i Calabri pare si stanziarono sulla costa Adriatica, i Salentini sulla costa Ionica. Entrambi questi popoli sono considerati discendenti dei Messapi.

Non esistono praticamente reperti di questa popolazione, se non delle frammentate fonti storiche. Ad esempio, oggi sappiamo con più precisione la loro provenienza geografica, corrispondente ad alcune zone dell’odierno Kossovo, dove esistono ampie aree naturali dette “Galabri” o “Galabrioi“. Sappiamo anche che questa popolazione era associata agli Japigi, provenienti anch’essi dalla penisola Balcanica.

Particolare dettagli sono racchiusi nel loro nome, che indicherebbe la comune roccia. A quanto pare, questi antichi popoli erano abili estrattori e lavoratori di minerali, e per questo avrebbero preso il nome dalla roccia che estraevano dalle miniere. Da ciò che sapevano lavorare. Un’altra teoria invece parla di un’origine che indicherebbe un’area fredda, soggetta a gelate, per via dell’assonanza con alcuni termini in Italiano come galaverna o calabrosa.

Il Ducato di Calabria prima dei Longobardi

Questi popoli migrarono dall’entroterra fino alle coste della Puglia, e li si insediarono per secoli. Com’è possibile allora che il loro nome sia finito a noi? Per un curioso caso di possedimenti terrieri. I Bizantini avevano riformato le province romane, dando loro nuovi nomi e nuovi confini. Le due regioni Augustee, Apulia et Calabria e Lucania et Brutii, vennero unite sotto il nome di Ducato di Calabria. Fate attenzione: all’epoca con il termine “Calabria” ci si riferiva ancora all’attuale Puglia, e non all’attuale Calabria che era detta Bruzia.

Con l’arrivo dei Longobardi però, i Bizantini persero rapidamente numerosi terreni, finendo confinati all’estremità delle regioni meridionali, tanto che per un periodo il Ducato fu letteralmente diviso in due. Progressivamente persero ogni possedimento nell’attuale Puglia, mentre riuscirono a resistere nell’attuale Calabria. Quasi per magia, il Ducato di Calabria si ritrovò confinato al di sotto di Rossano, e finì per indicare solo l’odierna regione. Reggio Calabria venne eletta come “capitale”, e rimase uno dei più importanti centri anche nei successivi regni.

Da allora, ogni nuovo regnante si riferì a questa terra con il nome di Calabria. Nome che però aveva ereditato, in modo un po’ rocambolesco, dalla vicina regione della Puglia. Con l’arrivo dei Normanni, che attorno all’anno mille dopo Cristo ufficializzarono sia il Duca che il Conte di Calabria, si ebbe la definitiva cristallizzazione del nome, che da allora indica la nostra regione.

Volendo farla semplice, è per “colpa” dei Bizantini se oggi ci chiamiamo “Calabria”: furono loro ad annettere la Bruzia alla Calabria, finendo per associare un solo nome ad un territorio fin troppo ampio per una mera questione di aggregamenti terrieri. Prima del V secolo d.C., quindi, nessuno si riferiva alla Calabria con questo nome, e sostanzialmente la Calabria non si chiamò così fino a circa il IX Secolo d.C, ossia fin quando il Ducato bizantino non finì per indicare solo quel pezzo di terra.

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