A breve verranno pubblicati i nuovi dati sulla salute economica del territorio, ma l’impressione è quella di trovarsi di fronte ad una situazione molto simile a quella dello scorso anno, che vedeva la provincia crotonese con il più alto tasso di disoccupazione d’Italia, e addirittura tra le tre regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile.
Non ci vuole molto per vedere che lo scenario è rimasto pressoché immutato. Ed è talmente palese che addirittura il Financial Times ha dedicato un piccolo spazio proprio a Crotone, un breve video per documentare la provincia con più disoccupati d’Italia. La più “povera”.
Ad aprire il video, un lungomare particolarmente vuoto, in una giornata di sole dove nessuno approfitta del bel tempo. Un’immagine in un certo senso emblematica della città. L’intervista raccoglie i commenti di alcune persone, che parlano dei problemi della città e della piaga dell’emigrazione non solo giovanile, ed il discorso finisce ovviamente sulla politica e sulle sue colpe.
Ci sta: la miopia progettuale è cosa nota e dibattuta, in Calabria, e non possiamo di certo vantarci di chissà quale gran PLL o altro. Ma il problema non è questo. Anzi, non è solo questo. È risaputo infatti che non c’è lavoro, così come è risaputo che la maggior parte delle offerte sono in nero ed offrono una paga misera. Per una giornata di lavoro, ad un cameriere vengono dati – in media – tra i 20€ ed i 30€. C’è chi ne prende 15, per un turno da 8 ore. Ed il discorso non vale solo nel mondo della ristorazione.
Ad un ragazzino possono anche andar bene. Ma col passare degli anni, i 20€ a serata pesano. Pesano in un contesto di miseria come quello cittadino, dove “il mensile” supera difficilmente i 600€. Pesano a chi sta per avere un figlio, a chi non ha i genitori. Pesano, perché alla fine della fiera “fan tutti così”, e dopo un po’ diventa mortificante girare per negozi ed uffici e sentirsi ripetere sempre la stessa cosa.
Il mondo del lavoro non è sano, a Crotone. E non è di certo colpa della politica. Un sindaco, un consigliere, un assessore o un ministro nulla può di fronte ad un contratto di lavoro irregolare. Non sono loro a proporlo. E si, ci saranno sicuramente dei casi in cui è necessario trovare degli escamotage per sopravvivere, per non fallire, per non chiudere. Ma a Crotone è routine: commesse, impiegati, operai, stagisti e liberi professionisti, tutti c’hanno avuto a che fare, ed in molti ci campano.
Questo brevissimo video mostra una maschera difficile da gettare: quella delle perenni vittime. Vittime dell’unità d’Italia, dei piemontini, degli USA, di chi ci ruba il lavoro, dell’UE, dei politici… Quando in realtà, semplicemente, avalliamo un sistema economico sbagliato, che ci rende “poveri e morti di fame”.
Non diamo colpe alla politica. Diamo colpe a chi sperpera i costanti e continui investimenti nel sud in perenni marchette. Diamo colpa a chi sfrutta le agevolazioni in modo fraudolento. A chi ci fa firmare un contratto da 2 ore a settimana e poi ci richiede un tempo pieno. A chi ci ricatta in busta paga. A chi ci costringe a lavorare 8 mesi per poi “pagarci” con la disoccupazione. A chi usa la perenne scusa della crisi. A chi non versa i contributi. A chi preferisce il nero, perché sà benissimo che un disperato lo trova sempre.
Che la politica, in certe cose, centra poco e niente.
Lascia un commento Annulla risposta