Ci siamo. Incominciamo con gli auguri, con i messaggi, le pacche sulle spalle, i sorrisi, e non ultimi i buoni intenti per l’anno nuovo. L’ipocrisia, il capriccio ideologico ed etico di un’intera società si palesa agli occhi di tutti, nella frenesia dei regali, nel purificarsi l’immagine, nel farsi fotografare intenti a fare beneficenza. A natale siamo tutti più buoni, per meno di ventiquattrore: una preghiera, una messa, una questua al semaforo o sotto i portici, qualche centesimo speso per garantire un pasto a chi non può permetterselo.
Si sono spesi fior di filosofi, pensatori, scrittori e artisti, per raccontare e descrivere questo comportamento tipico dell’uomo, di cui abbiamo memoria da più di duemila anni or sono. È tutta una commedia, o una tragedia, come ci insegnano gli antichi greci. Pirandello metabolizzò il tutto nelle sue famose maschere, ma oggi giorno forse è più opportuno rispolverare il vecchio concetto nipponico di Hon’ne & Tatemae: ci distinguiamo volontariamente in due dimensioni, la realtà delle azioni e la realtà del pensiero. Una “apparente”, ed una che ci rappresenta concretamente.
Noi tutti apparteniamo alla prima categoria, e questo ormai è assodato. I nuovi venti populisti aizzano le pance di distacco prima che di odio, li affamano di verità e li cibano di menzogne. O forse, come pare più evidente, semplicemente sdoganano quel finto “pensiero” che rivolgiamo costantemente agli ultimi.
Crotone è una città come tante altre. E come tante altre città, è piena di ultimi. Alcuni più visibili di altri. E mentre tutti noi ci affatichiamo a mostrarci intenti a “pensare agli ultimi”, accade che alcuni di questi muoiano. Da soli. In pieno giorno, in pieno centro, in quello che per mesi è stato il loro unico giaciglio.
Nessuno fa nulla. Nemmeno noi. Nemmeno io. È la vita in fondo. O forse no? Magari è giusto così, ma se così non fosse?
Nel dubbio, ci dipingiamo più buoni. Ci laviamo di dosso l’ipocrisia, l’infamia, concedendo quei due minuti di tempo ad una buona azione. Due minuti. Il tempo di una foto, di un post. Dopodiché, torneremo a lasciar morire di fame, o di freddo, anche chi vive di stenti sotto la nostra finestra.
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