Tra i tanti record negativi che affliggono la città di Crotone, troviamo anche una palese violazione dei diritti umani: non è possibile abortire. Qualche tempo fa sul portale OpenCrotone era apparso un dettagliato articolo che illustrava come in tutta la provincia crotonese fosse impossibile eseguire questa pratica, ed oggi ne torniamo a parlare a causa del solito, becero striscione di Forza Nuova, affisso proprio nei pressi dell’ospedale.
Purtroppo la “questione aborto” è un grosso fardello non solo italiano, ma Europeo: c’è un vero e proprio blocco nelle menti di moltissime persone, che si dicono a prescindere contrarie alla pratica, definendola un vero e proprio “omicidio”. Senza giri di parole, è prevalentemente colpa della cultura religiosa, fin troppo spesso propensa al “conservazionismo”, alla chiusura. Vista la ricorrenza cinquecentennale della Riforma Protestante di Martin Lutero, è quanto mai necessario chiedersi: chi siamo noi per imporre il nostro pensiero sugli altri? E quindi, per quale motivo dovremmo impedire a tutti, a prescindere, di abortire?
Perché l’aborto non è una questione di opinioni, così come non lo è tutto ciò che riguarda la salute. Il tema dell’aborto non va dibattuto sul piano teologico, ipotetico, spirituale o chissà-che-cosa: l’aborto è un diritto, e come tale deve essere garantito. Bisogna ricordarsi che l’interruzione di gravidanza venne introdotta con la famosa Legge 194 del 22 Maggio 1978, che ha garantito l’accesso all’aborto ma anche l’obiezione di coscienza. Quello che spesso si tende ad omettere, è che con i Referendum del 17 Maggio 1981 la legge sull’aborto è stata confermata da oltre l’88% degli Italiani. Nonostante il gran risultato, ad oggi circa l’80% dei medici si dice obiettore, e solo in Calabria la percentuale è poco meno del 73% (è recente l’inchiesta Mala Sanitas ai riuniti di Reggio Calabria, per esempio).
Questa altissima percentuale ha recentemente costretto l’ONU a richiamarci, vista la palese mancanza di medici non obiettori. Nonostante la questione sia sempre più dibattuta, popolarmente l’aborto continua ad essere visto come una cosa “sospetta”, e sono le stesse donne a scrivere cose come “dovevi pensarci prima”, “ci sono le precauzioni”, o addirittura “ormai va fatto”. Un pregiudizio insormontabile e fastidioso, fardello dell’arretratezza culturale della nostra terra e della nostra società-
Bisogna tornare a ripetere e a gridare: l’aborto non è un’opinione. Potete essere “pro vita”, potete essere obiettori, potete essere quello che volete, ma non è dal vostro pensiero che dipende l’applicazione di un diritto. Esultare e gioire per un demerito è forse quanto di più stupido, mediocre e provinciale si possa fare. E questo non vale solo per quei quattro fessi di Forza Nuova, ma anche per tutte le persone che ritegono che sia giusto impedire una libera scelta sulla base delle proprie piccole idee. Se siete contrari all’aborto, fate valere questo preconcetto per voi, e non per gli altri.
Per concludere, vi svelo un segreto: le donne abortiscono da sempre. Ed anche in Calabria si usavano metodi importati direttamente dalla Grecia, dove l’aborto era una cosa normalissima (nonostante il Giuramento di Ippocrate, originariamente, lo vietasse). Voluminosi beveroni a base di erbe medicinali, che servivano a bloccare la gravidanza, o, come tradizionalmente riportato anche da alcuni non troppo antichi fatti di cronaca, le percosse sul pancione (mai letto del medico Eurifoe di Cnido?). Ed oggi le cose non sono cambiate poi di molto. L’unica differenza, e che mentre negli anni passati un aborto si faceva in casa con una bacinella e qualche arnese, oggi bisogna percorrere chissà quanti chilometri prima di entrare in una clinica autorizzata (a meno di scegliere le cliniche clandestine, che si, esistono anche in Calabria).
L’ho già detto, che l’aborto è un diritto e non un’opinione? Meglio ripeterlo, non solo a noi stessi ma anche agli altri.
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