Si intravede ancora il nome…

La zona di Via Verdogne la conosciamo tutti. Si tratta di una zona antica, una delle prime che sorsero al di fuori delle mura del castello nella seconda metà dell’800, quando le famiglie dei nobili e i ricchi iniziarono a costruirsi le “residenze costiere” per fare il bagno a mare e trascorrere i mesi estivi. Alcune di queste case, rifinite e decorate, sono ancora oggi perfettamente visibili lungo il tratto di strada, a partire dal Bastione Santa Caterina.

Oggi le vie hanno altri nomi, cambiati nel corso del 2016. Ma la zona, che per anni è stata considerata un prolungamento della Marina (ed erroneamente chiamata Marinella, che però è un’altro quartiere), ha mantenuto il suo nome: Verdogne. Perché si chiama così?

Come potrete facilmente immaginare, il nome fa riferimento a qualcosa di verde. In passato, questa zona era nota con il nome di Verdogna, appellativo che prese in tempi piuttosto recenti, verosimilmente tra il ‘700 e l’800. Ed il motivo è presto detto: in passato vi sorgeva un grande lago paludoso, che il Nola Molise identificò con il nome di “Melimno” e che veniva volgarmente identificato come “Milino”. Ne parlammo quando spiegai dove si trovavano le porte d’ingresso alla città vecchia. Il lago, a seguito dell’espansione della città, venne completamente interrato per dare spazio agli orti da coltivare.

Una volta interrato il lago, la zona divenne molto umida. Per questo motivo, la tradizione vuole che oltre a numerose piante selvatiche ed infestanti vi si sviluppasse anche una specie di muffa verdastra, che marciva le piante e impediva la coltivazione del terreno. L’eccessiva umidità causa di queste malattie, di origine fungina, ed in passato non era facile debellarle.

Parliamo di non troppi anni fà, e possiamo ritenerci fortunati dato che esiste almeno una fotografia che mostra una parte del laghetto non ancora interrato. Una mera pozza d’acqua, che in passato si estendeva dalle mura del castello fino all’odierna Lega Navale. L’acqua venne progressivamente sostituita con la terra, e linea costiera subì un leggero prolungamento: si iniziarono a costruire residenze e palazzetti, tutte attorno alle mura del castello.

Le casette che oggi sorgono sull’ultimo tratto di Viale Cristoforo Colombo (di fronte alla caserma della Guardia Costiera) una volta erano a pochi passi dalla spiaggia e dal mare. Solo con l’allargamento del sentiero che poi divenne Viale Regina Margherita, e con la realizzazione della nuova linea di costa, il quartiere perse la sua posizione nobiliare e prese una connotazione più popolare: sorsero case di operai, manovali, portuali e quant’altro. Non a caso il quartiere è ricordato come quello di pescatori e portuali. Oggi, è una zona quasi completamente residenziale.

Verdogne dunque, al pari di Tufolo, è un quartiere caratteristico della nostra città, nato dal nomignolo che si usava una volta per identificare un’intera area. Beh, un po’ tutti i quartieri in realtà… ma in pochi possono vantare una storia del genere.

3 risposte a “Verdogne: perché si chiama così?”

  1. […] a farsi costruire delle “case di villeggiatura” nei pressi del bagnasciuga – Via Verdogne inizialmente ospitava le case delle famiglie benestanti che abitavano nel centro storico, che in […]

  2. […] comunque altri esempi, come i quartieri di Tufolo e Verdogne, o come la piazzetta Niva Vecchia, ma è sempre più frequente una snaturalizzazione di questi […]

  3. […] mattina intorno alle 9.30 qualcuno ha dato fuoco a della spazzatura in località Verdogne, generando una densa nube di fumo nero visibile da tutta la […]

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