Di Crotone ce n’é una, e come lei non c’é nessuna. Battuta a parte, oggi sappiamo tutti dove si trova Crotone, città dal nome unico, antico, che non ha eguali in tutto il mondo (beh, in realtà un’altra città c’è, e con essa tutta una serie di parchi, fiumi e riserve naturali, che però presero il nome proprio in onore dell’antica colonia). Storicamente, sappiamo che la città venne fondata nell’VIII Secolo a.C., a seguito delle massicce migrazioni della seconda colonizzazione greca.
Già, la seconda. I “greci”, quantomeno i popoli che provenivano da quella parte di mondo, erano già arrivati nella penisola italica tra il XI ed il X Secolo a.C.. Non è errato pensare, dunque, che quando i coloni Achei fondarono Crotone, non vi trovarono dei veri e propri “popoli indigeni”, bensì popoli provenienti a loro volta dalla “Grecia”. Nel caso di Crotone (che in questi antichissimi periodi pare si chiamasse Melise), sono passati dapprima gli Ausoni, poi gli Enotri, gli Japigi e finanche dei popoli “aborigeni” (termine con il quale ci si poteva riferire ad un’antichissima popolazione, ma anche a semplici persone senza apparente appartenenza che vivevano in quelle terra).
Questo preambolo è necessario per inquadrare non solo il via vai di “popoli greci” che c’era all’epoca sulle nostre coste, ma sopratutto per inquadrare storicamente alcune vicende. Stando alla leggenda più accreditata, la città di Crotone deve il suo nome ad un antico contadino di nome Kroton, che venne ucciso per sbaglio da Eracle nel corso di un furto di bestiame. Ora, consapevoli del fatto che esistettero decine e decine di “Eracle” nella storia, si usa pensare a lui come il più noto “Hercules”: questa vicenda si sarebbe svolta mentre era di ritorno da una delle sue 12 fatiche, precisamente la decima.
É importante saperlo, dato che Eracle pare morì nel XIII Secolo a.C.. Un lasso di tempo che coincide perfettamente con la prima ondata di colonizzazione, che esportò in territorio italico i miti e le leggende di quei popoli. Compreso il mito di Eracle e del defunto Kroton, al quale dedicare una colonia. O forse più di una: gli storici infatti ci parlano di almeno tre città dal nome “Kroton” situate lungo tutta la penisola. A questo punto i dubbi aumentano: è possibile che i primi coloni greci fondarono una colonia di nome Kroton già nel XI Secolo a.C.? É possibile che l’attuale Crotone, in Calabria, sia solo la più recente delle colonie con questo nome? É possible che, delle tre città nominate, due esistano ancora oggi?
Cerchiamo di darci qualche risposta, richiamando in causa un vecchio “nemico” 😀
Chi l’ha detto?
Stefano di Bisanzio, geografo Bizantino che visse nel VI Secolo d.C., fece una cosa eccezzionale per il suo tempo: appuntò i nomi di tutte le città note dell’Impero Romano in una enorme raccolta di oltre 50 volumi dal nome “Etnica“. Un lavoro imponente, che permetteva già all’epoca di disporre di una sorta di “elenco” dei luoghi dell’impero. Sorprendentemente, alla voce riferita a Crotone troviamo scritto:
Una è Crotone in Calabria, l’altra è la metropoli dell’Etruria, ed una terza è pure in Italia.
Il nostro mistero parte da qui. La prima città pare essere chiaramente riferita all’odierna Crotone, la seconda città pare essere riferita a Cortona, in Toscana, mentre la terza città, moldo probabilmente, rimarrà un mistero (ne parliamo meglio sotto). Questo vuol dire che nel VI Secolo d.C. erano note almeno tre città dal nome Kroton. Ma com’era possibile? E sopratutto, era davvero così?
La diffusione dell’errore.
Il nostro Stefano non viaggiò in lungo e in largo per l’impero per annotare i nomi dei vari luoghi, ma si limitò a prenderli dai lavori di altri storici e geografi vissuti prima di lui. Attinse alle fonti di Tolomeo, Strabone e Pausania, ed usò come fonte anche i racconti di Omero. Insomma, il suo elenco non era dei più affidabili. Ma una cose è certa: non era l’unico a sostenere che esistessero più città con il nome di Crotone.
Ad associare con ferma certezza il nome di Crotone con Cortona fù Dionigi di Alicarnasso, importante storico meglio noto con il nome di Dionisio, che visse nel I Secolo a.C. e che ci ha lasciato uno dei più importanti volumi di storia antica: Antichità Romane. In questi testi, troviamo scritto:
Agli Umbri i Pelasgi, con un attacco improvviso, presero Crotone, grande e prospera città umbra, e se ne servirono come fortezza e guarnigione contro gli Umbri.
Il tempo in cui i Pelasgi cominciarono a decadere fu intorno alla seconda generazione prima della guerra di Troia e si protrasse oltre, finché questo popolo si ridusse al minimo, ed eccetto Crotone, l’importante città degli Umbri, e qualche altro centro fondato nella terra degli Aborigeni, le altre città pelasgiche perirono. Crotone conservò tuttavia l’antica struttura fin quando, or non è molto, ha mutato nome e abitanti, è diventata colonia romana e si chiama Cortona. Numerosi popoli confinanti occuparono poi le città dopo l’abbandono dei Pelasgi, ma furono soprattutto i Tirreni ad occupare le più grandi ed importanti.
Dionisio, insomma, sosteneva che i Pelasgi sconfissero gli Umbri (cosa che accadde realmente), e riuscirono ad espugnare loro una città dal nome di “Crotone”. A sostegno della sua tesi, porterà le presunte affermazioni di Ellanico di Lesbo, storico vissuto nel V Secolo a.C., ed addirittura uno scritto di Erodoto, ben più noto storico anchesso del V Secolo a.C.. Ma oggi sappiamo che Dionisio sbagliò: Erodoto infatti non parlava di Kroton, bensì di Kreston. Creston era il nome di un’antica città dalla quale, secondo Erodoto, giunsero i Pelasgi. Ancora oggi, esiste una regione della Grecia dal nome Crestonia. Chissà per quale motivo, Dionisio trascrisse “crotonesi” anziché “crestonesi”.
Questo errore influenzerà tutti gli storici e gli scritti successivi, compresi libri di più recente pubblicazione. La città di Cortona, in provincia di Arezzo in Toscana, è il “nemico” di cui parlavo prima: nel corso dei secoli, l’idea che quella città fosse l’antica Kroton ha permesso alla metropoli dell’Etruria di appropriarsi di cose come la tomba di pitagora, ancora oggi nota con questo nome. Come ho scritto – più goffamente – nel post sulla tomba di Pitagora, le prime popolazioni Elleniche non ebbero grossi contatti a nord dell’attuale Campania, mentre i Pelasgi arrivarono fino alla foce del Po.
Le prime incongruenze.
Dopo secoli di convinzioni ben radicate, si iniziò a fare le dovute differenze. A specificare le prime incongruenze ci pensò Pandolfo Ricasoli Baroni, nel suo libro “Vita della Beata Margherita da Cortona” del 1622, dove distinse le due città. Tuttavia, a mettere nero su bianco per la prima volta che Cortona non si chiamò mai Crotone fù il libro “Nuova descrizzione dell’antichissima citta di Cortona” di Domenico Tartaglini. Questo sosteneva che Cortona fosse più antica di Crotone, in quanto fondata circa 250 anni prima (a pagina 10). Testualmente:
Ciò dunque stante, si può affermare, e credere, che la Città di Cortona, se non di muri da Giganti ornati, almeno da essi abitata fosse, e però dall’Egizio Ercole abbattuta, mentre ai Giganti faceva guerra, e poi da Crotone, d’Ercola compagno riedificata, e chiamata Crotone; posciaché non è mai possibile che ella da Crotone, come vogliono alcuni, traesse la prima origine, secondo Antonio Cassarino Orvietano, nella sua edificazione delle città d’Italia, qual dice, che Crotone riedificò Cortona, perché al tempo di Crotone molte, e molte città erano in Italia (come appare in Beroso, ed altri antichi istorici) e al tempo che Cortone ebbe la sua propria origine, pochissime città erano nell’Italia medesima edificate, di maniera che Stefano nel suo libro De Urbibus, dice, che Cortona fù la terza città in Italia costruita, ed inoltre, secondo Giovanni Villani, ed altri gravi autori, Cortona fu edificata e formata al tempo di Giano, e Crotone, duecento cinquant’anni dopo la morte di Giano, con Ercole venne in Italia. Dunque, come voglion costoro, che Cortona, da Crotone traesse la sua primiera origine, mentre si dimostra così chiaramente il contrario?
Insomma, già nel ‘700, nonostante i dubbi dell’epoca, si sospettava che Cortona e Crotone non avessero nulla in comune, se non un nome curiosamente simile. Tuttavia, le conferme ufficiali vennero solo nel corso del ‘900. Si può dunque tranquillamente dire che per circa due millenni è rimasta plausibile l’ipotesi delle tre città dallo stesso nome, avallata da storici e divulgatori. Oggi invece, sappiamo per certo che si trattò di un errore. Ma per mano di chi?
A confondere le acque ci pensarono i primi storici romani, specialmente quelli che si occuparono di “latinizzare” i nomi greci. Nell’antica Tavola Peutingeriana – mappa del III Secolo d.C. che rappresentava strade e città dell’impero (che oggi potete consultare online) – si vedono i primi segni di questo cambio di lingua: la città nota fino ad allora con il nome di Kroton divenne Crontona. Non è dunque improbabile che, vista la somiglianza tra la parola Cortona e Crontona, qualcuno sia andato in confusione. Prima di allora, la distinzione avveniva senza troppi problemi: Polibio, che visse appena un secolo prima di Dionisio, nel suo Le Storie indicò correttamente le due città senza confonderle.
E la terza città?
Abbiamo dunque capito che non esistevano affatto tre città con lo stesso nome, ed abbiamo distinto correttamente la città di Crotone da quella di Cortona. Ma la terza città? Difficile dirlo. Alberto Palmucci, nell’osservare l’affermazione di Stefano di Bisanzio, arriva a formulare un’ulteriore ipotesi: la “metropoli dell’Etruria” non sarebbe Cortona, bensì Corito.
A questo punto, sarebbero identificabili tutte e tre le città odierne (Crotone, Tarquinia e Cortona) che in passato hanno avuto dei nomi simili, e che sono state erroneamente confuse. Si tratta tuttavia di ipotesi: esistevano infatti moltissime città con nomi decisamente simili (sia nomi greci che nomi romani), e che potrebbero corrispondere ai luoghi indicati dai vari storici, dato che sia le mappe che le fonti non erano sempre attendibili.
Quindi?
É arrivato il monento di rispondere alle nostre domande. Di sicuro, non è vero che esistono due città che in passato hanno avuto lo stesso nome. Oltremodo, è improbabile che l’attuale Crotone sia “la più recente” tra le colonie che portarono questo nome, ma non del tutto impossibile: non c’è infatti una certezza assoluta del fatto che altri luoghi nel mondo greco abbiano portato – seppur per poco tempo – il nome di Kroton, in memoria del mitologico contadino morto per sbaglio. Quel che è certo invece, è che Cortona non si chiamò mai Crotone nella sua storia, e non vi fù alcun’altra città moderna nota che portò questo nome nel suo passato.
Resta comunque l’incognita temporale. La fondazione della città di Kroton è testimoniata con certezza attorno all’VIII Secolo a.C., ma ciò non necessariamente esclude un possibile insediamento antecedente. Come già detto, la morte di Eracle è storicamente fissata nel XIII Secolo a.C., ed è quindi in quel periodo che ordinò la costruzione di una fiorente città dopo la morte di Kroton. Ammesso che le date siano corrette, passarono davvero circa 500 anni dalla morte di Eracle alla fondazione di Kroton?
Ma questa è un’altra storia. Quel che è certo e che, come dicevo all’inizio: di Crotone ce n’é una.
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