Tutto chiuso, tutti fuori

Con una curiosa concomitanza con il quarantennale del famigerato blackout di New York, il lungomare di Crotone, la sera di Venerdì 14 Luglio 2017, è rimasto al buio. Non si è trattato di una commemorazione, né di un evento organizzato, ma é successo dopo un’attività di controllo svolta dai Carabinieri e dalla Polizia Locale, che ha portato alla luce numerose irregolarità da parte dei commercianti della zona.

Si tratta di una storia che va avanti da anni: almeno dal 2010 vengono effettuati dei controlli sull’occupazione del suolo pubblico, e vengono cronicamente riscontrate delle irregolarità. Questa volta però è stato diverso, dato che a presiedere le operazioni non sono stati i Vigili Urbani (più morbidi e meno attaccati alle pignolerie), ma i Carabinieri, nel corso di un vero e proprio controllo nell’ambito dell’abusivismo.

Apriti cielo: su 19 attività controllate, ben 14 erano in difetto. Vuoi per la mancanza del permesso di occupazione, vuoi per l’essersi presi qualche metro in più con tavolini e sedie, vuoi per non aver mai avviato la domanda o per non aver mai effettuato il pagamento. Fatto sta che i Carabinieri hanno intimato, fino alla regolarizzazione della situazione, di liberare gli spazi occupati all’aperto, facendo letteralmente alzare le persone che si trovavano sedute per consumare un cocktail o una pizza.

Ma ai commercianti non è andata giù, e dopo aver ritirato tavoli e sedie hanno deciso di loro pugno di chiudere l’attività per il resto della serata, e di inscenare una protesta che si è protratta fino a tarda notte. Le serrande dei locali sono state chiuse una dopo l’altra, e sono stati piazzati dei lumini ai vari ingressi. Questi, infatti, hanno ripetuto più volte di aver pagato la tassa mentre sventolavano le rispettive fatture, ma di non aver mai ricevuto nessuna autorizzazione da parte del Comune. Una scena surreale quella in cui ci si è ritrovati ieri sera, ma non del tutto difforme se si pensa alle varie proteste dei commercianti contro le ordinanze “antimovida” del passato, o in merito allo stesso problema, che fino ad oggi però aveva interessato solo qualcuno, e non tutti i commercianti.

A questo punto, dopo qualche urla e qualche slogan, e dopo che qualche mano ignota – a quanto pare proprio un commerciante locale – ha fatto saltare la corrente su tutto il tratto di lungomare, un gruppo di circa 300 persone (composto non solo dai commercianti della zona, ma anche da altri commercianti e comuni cittadini) si è diretto alla Prefettura, chiedendo un incontro con il Sindaco. Sindaco che effettivamente è arrivato poco dopo, ed ha garantito ai commercianti la possibilità di aprire per il fine settimana, e di rimandare la questione a Lunedì.

Una tregua temporanea, che si risolverà probabilmente nella prossima settimana. Ma cosa c’è alla base di questi problemi? Si tratta di una lentezza burocratica, o di una cattiva pratica a cui sono stati abituati i commercianti? E’ colpa del Comune che non controlla, o è colpa dei commercianti che non si premurano di avere le dovute licenze? Com’è possibile che alcuni locali siano provvisti di licenza, mentre tanti altri no? Non sono domande dalla facile risposta, che in ogni caso vedono diverse mancanze da parte di entrambi.

Partiamo dal Comune di Crotone. La pagina in merito all’occupazione del suolo pubblico è particolarmente datata, tanto che si parla di compensi superiori alle “500.000₤”. Le ordinanze ovviamente sono aggiornate, e mostrano i vari compensi in euro. Tuttavia, è presente una frase fuorviante: “Per le occupazioni temporanee l’obbligo della denuncia e’ assolto con il pagamento della tassa“. Una frase vaghissima, che lascia intendere che il diritto all’occupazione temporanea del suolo sia garantito dal solo versamento della tassa. Ma appena poco sopra leggiamo: “Sono in ogni caso vietate le concessioni per l’esercizio di attività non consentite e non autorizzate ove occorre dalle vigenti disposizioni legislative e da regolamenti statali, regionali e comunali“. Insomma, il pagamento della tassa non vale come concessione/autorizzazione, così come sostengono alcuni commercianti, ma ci vuole il permesso del comune (così come specificato dal Dlgs-507/1993, che regolamenta la TOSAP).

Per intenderci, i vari comuni rilasciano quotidianamente di questi permessi: per i ponteggi necessari per la ristrutturazione dei palazzi, per gli ambulanti, per le bancarelle di frutta e verdura… ed anche per i commercianti che vogliono dotarsi di un gazzebo o di un’area riservata per i propri clienti. In Italia il tempo medio necessario per rilasciare questo permesso è di 30 giorni, e fino al rilascio non si è autorizzati a posizionare tavoli, sedie o quant’altro. Bisogna aspettare, ed in caso sollecitare il comune qualora i tempi di attesa fossero più alti. A questo punto, sarebbe interessante sapere quando (e se) sono state fatte queste domande da parte dei commercianti.

Passiamo quindi ai commercianti, che ieri sera sono riusciti ad inscenare una vera e propria rivolta. Partiamo dal presupposto che non bisogna considerarli come i cattivi evasori della situazione, ma ricordiamo anche che la legge non ammetta ignoranza: l’aver quindi posizionato tavoli e sedie senza il permesso del Comune corrisponde, a tutti gli effetti, ad un illecito, indipendemente dall’aver pagato o meno la TOSAP. Volendo fare un bilancio delle 19 attività controllate: 5 sono risultate in regola, 8 sono in attesa del permesso, 4 hanno presentato la domanda ma non hanno effettuato il versamento e 2 sono risultate “addirittura sprovviste di licenza“. Detto in altri termini, a fronte di 8 commercianti realmente in attesa del permesso del Comune ne abbiamo 6 completamente “fuorilegge”.

Molti di questi hanno ricordato di aver chiesto il permesso “da almeno 40 giorni”, e di non averlo ancora ottenuto, lasciando intendere di essersi mossi in tempo per l’estate e di non voler subire questo ritardo burocratico, che per loro (giustamente) si traduce in un mancato incasso nel periodo migliore dell’anno. Ma anche in questo caso le cose sono un po’ diverse: molti commercianti intervistati infatti hanno detto di aver richiesto poco più di un mese fa il permesso per affrontare i “due mesi estivi”, ma in realtà hanno posizionato tavoli e sedie già da Maggio. Dalla Festa della Madonna, per intenderci. Altri invece, che notoriamente posizionano tavoli e sedie fuori lungo tutto il corso dell’anno, hanno urlato di attendere il permesso temporaneo.

Insomma, la situazione è un po’ ingarbugliata. Se da una parte abbiamo un Comune lento e poco chiaro, dall’altra abbiamo degli esercenti molto poco organizzati. La domanda per l’occupazione temporanea infatti può essere inoltrata in qualunque mese dell’anno, e dato che i mesi estivi sono quelli (e difficilmente cambieranno da qua a qualche anno) la domanda è semplice: se accusano dei ritardi, perché non si sono mossi primi? Come mai da diversi anni a questa parte si riducono all’ultimo momento per presentare la domanda?

Ci vuole collaborazione, in queste cose. Perché a pensar male, si può dare tutta la colpa all’ente comunale, ed allo stesso modo si può dare tutte le colpe ai commercianti. La verità è che fino ad oggi si è sempre chiuso un occhio, da entrambe le parti, ma è evidente che di fronte ad un controllo serio non saremmo in grado di passarlo. O perlomeno, una buona parte dei tanto difesi commercianti, ed una buona parte della tanto acclamata amministrazione.

Non ci vuole solidarietà in questi casi. Non è vero che “vogliono far morire Crotone”: vogliono solo far rispettare le regole, ed i commercianti non sono di certo esenti da questo sacrosanto concetto. Se non sono in regola, non sono in regola. Punto. Non godono di alcun privilegio o sconto, ed il periodo estivo non è una giustificazione: a maggior ragione dovrebbero premurarsi di essere a posto al 100%, visto che è questo il periodo cloue dell’anno.

Qualcuno l’ha chiamato “raid”, qualcuno “blitz”. A dimostrazione che la cultura della legalità, noi, non l’abbiamo proprio in testa. Si è trattato di un semplice controllo, che purtroppo non è stato passato. Nulla di eclatante. Il vero esito positivo non sarà il restare aperti per l’estate, ma il regolarizzare ogni situazione non in regola: sia da parte del Comune (una paginetta sul sito e qualche modulo, sù…), sia da parte dei commercianti (organizzarsi meglio per ottenere il permesso, e non fare gli gnòrri…).

Per il resto.. una serata di “ordinaria follia” alla crotonese.

Una risposta a “Black friday alla crotonese”

  1. […] Crotonese di oggi leggiamo di un fatto curioso. Vi ricordate che appena una decina di giorni fa è successo un gran casino sul lungomare, a seguito dei controlli dei Carabinieri sulle concessioni del suolo pubblico? I commercianti hanno […]

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