Ormai è più di un anno che ho iniziato ad usare Facebook, e poco meno di qualche mese che ho iniziato ad usare il mio profilo personale. L’idea, inizialmente, era di dare maggiore visibilità a questa mia paginetta. Pensavo di aver raggiunto un giusto numero di contenuti (circa mille post, diverse gallerie fotografiche con più di duemila pezzi, decine di grafici e mappe interattive), decente per poter iniziare ad affermarmi. Ma evidentemente mi sbagliavo.
A voler fare il bilancio di un anno, non solo la mia pagina non è “cresciuta”, nel senso che il grosso delle interazioni è stato portato da amici (e che sono stabilmente fermo da mesi, incapace dunque di prenderne di nuove, per nolo o per dolo), ma la cosa più strana di tutte è che il numero di interazioni riscontrate su Facebook non hanno mai trovato riscontro invece sul sito. Mi spiego meglio: se un post prende 5 like, io spesso e volentieri mi ritrovo con 0 click sul sito. Insomma, nessuno li legge, i miei post.
Senza alcuna presunzione di voler essere sulla bocca di tutti, è quanto meno frustrante. La sensazione di non avere un riscontro, ma sopratutto l’idea che anche a volerti spiegare meglio non si trova nessuno a voler capire il tuo ragionamento. E tant’è, qui a Crotone come nel resto del mondo. Mentre ci sono pagine che prosperano con minchiate e bufale, chi cerca di dedicarsi più seriamente (e ci sono diverse realtà in Calabria) viene sistematicamente ignorato.
La cosa più divertente, però, è la perdita dei “mi piace”. Da quando ho aperto la pagina ne ho persi almeno una decina, per via di alcuni post che scrissi. La cosa davvero simpatica di questa vicenda è: certe persone che prima mi seguivano, anziché replicare alle mie parole hanno ben pensato di ignorarmi. Legittimo. La loro prima mossa, anziché la difesa delle loro posizioni è stato togliermi i “mi piace”, probabilmente messo con altrettanta leggerezza.
Ormai non si discute più. Tutti devono avere per forza ragione, e non sono disposti ad ammettere di aver detto una minchiata. Armati di pulsanti e della libertà di conferire o revocare la loro approvazione. Notiamolo, quando scorriamo nelle sezioni commenti dei giornali locali, o mentre parliamo con i nostri amici. Ma sopratutto, leggendo l’infinità di post e minchiate che vengono pubblicate su Crotone: una città tanto piccola da avere una concentrazione di fenomeni (o esaltati) talmente alta da far accapponare la pelle.
Ab uno disce omnis.
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