Lo sbarco (via Il Crotonese)

Ieri, nel porto di Crotone, è successa una cosa singolare: in una sola giornata sono approdate ben due grandi navi, la Seabourn Encore e la Vos Prudence. Un insolito pomeriggio movimentato per il nostro porto, che merita un’attenzione particolare.

La prima nave, una crociera, ci ha portato 600 turisti nordamericani, mentre la seconda imbarcazione ci ha portato 861 immigrati. Numeri non troppo dissimili, ma che per diversi motivi hanno generato reazioni opposte nella popolazione. Una situazione paradossale, perfettamente espressa dall’anonima penna che ha scritto l’articolo su CN24:

Poi ancora un piccolo imprevisto. La banchina, utilizzata di solito per gli sbarchi di immigrati, già occupata. Attraccata un’altra nave, con altre 600 anime a bordo, anche loro senza permesso di soggiorno ma con regolare visto turistico, essendo, humor a parte, tutti vacanzieri americani in viaggio sulla “Seaborn Encore”.

Certo che è strano, il nostro mondo. Quando si tratta di accogliere un’ospite, si fa a gara per dimostrarsi i più accoglienti, ospitali, calorosi. Eppure, questa gara sembra essere dedicata solo ad una fetta dei nostri ospiti, solo ad una parte di loro. Ci si spende egregiamente per garantire un’accoglienza perfetta al turista nordamericano, che certo viene da ore e ore di traversate in mare, ma in una crociera, dove sicuramente avrà avuto a sua disposizione ogni confort. Ci si spende appena, invece, per il più complesso e articolato sistema di accoglienza dei migranti, tanto da essere rimasto ancorato in una situazione “emergenziale” dal 2011 ad oggi.

Ovviamente, c’è una differenza abissale tra un turista ed un immigrato. E forse è proprio questa palese differenza a rendere paradossale il nostro accorato impegno rivolto solo verso il turista, che certo, va pur sempre accolto e “coccolato”. Raramente, infatti, abbiamo avuto forti prese di posizione contro i soldi pubblici spesi per i dubbi mercatini allestiti per “accogliere” i turisti: eventi minimi, fatti di musica e danza popolare, dove trovare bancarelle che spesso vendono comune oggettistica a prezzi spropositati, quasi sempre a nero (o ai limiti del nero). Sarà anche questo uno spreco di denaro pubblico? Chi può dirlo. Di sicuro, stando alle ultime tendenze, i soldi sprecati sono quelli dell’accoglienza ai migranti, con ripetute accuse quando ai “negri” quando alle ONG.

Ma poco importa, di queste cose. Il turista è educato, contento di visitare la nostra terra, e resterà per pochi giorni. E, sopratutto, quasi sicuramente spenderà qualche soldino da noi, che non fa mai male. L’immigrato, invece, è povero. Non ha nulla, ed è solo un’altra bocca da sfamare in una terra che di certo non naviga nell’oro. Con buona pace dell’aggiungi un posto a tavola: il nemico del povero è il più povero, e così all’infinito. Tanto che anche nella considerazione popolare i due sbarchi, avvenuti a distanza di poche ore, hanno generato reazioni diametralmente opposte, passando dalla grande gioia per l’arrivo dei turisti all’oramai consueta “vergogna” all’arrivo degli immigrati.

A nessuno interessa sapere da dove vengono, o quanti rimarranno qui. Fanno già schifo così. Anzi, fanno schifo e basta.

Una risposta a “Vos prudence, nos fautes”

  1. […] cos’è il business dei migranti. Negli ultimi giorni mi sono occupato, oltre che delle diverse reazioni della popolazione a seguito di due “sbarchi”, anche della nuova ondata complottista locale. Gente adulta, […]

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