Eppure spuntano sempre delle locandine, dei volantini o dei manifesti attaccati un po’ ovunque specialmente nel centro città. Quest’anno la sezione di Forza Nuova di Crotone torna alla ribalta con un vecchio manifesto, un evergreen, già presentato negli anni passati. Ce ne sono sempre di più, da quando hanno imparato ad usare la colla.
Come al solito, leggiamo che “Nell’Italia che si divise, siamo dalla parte della bambina“, corredata da un bel “Mai più odio, mai più comunismo, mai più truppe americane“, un trittico di tutto rispetto. Al centro, olte al vecchio logo di FN, una ragazzina con il volto marchiato. La foto venne scattata durante l’eccidio di Codevigo, quando i partigiani giustiziarono sommariamente 136 persone. Certo, 136 fascisti, ma pur sempre persone.
Fù una storia controversa quella di Codevigo, ed è bene ricordarla. La guerra non è fatta di strette di mano e pacche sulle spalle, ma di morte, e uccidono sia i buoni che i cattivi. Tuttavia, è bene ricordare a quelli di FN una cosa fondamentale, in questo discorso: la guerrà nacque per colpa dei fascisti. Furono loro a portare l’Italia in guerra. Furono loro a resistere alla liberazione. Furono loro a mettere in pericolo la vita di milioni di persone, e a causarne la conseguente morte.
L’infamia dei fascisti, di ieri e di oggi, non si lava via con una foto, o con un manifesto. L’infamia di chi difende “la bambina” solo perché si ritiene che stesse dalla loro parte, e che si dimentica di tutte le altre bambine morte, ammazzate, dai proiettili delle brigate nere e della guardia nazionale repubblicana. L’infamia di chi considera le vittime della guerra come vittime politiche, e si prende la libertà di catalogarle. L’infamia di chi non riconosce la Liberazione d’Italia perché tanto si arrampica sugli specchi, ed evita di fare un po’ – giusto un po’ – di autocritica.
I fascisti non stavano né dalla parte della giustizia, né dalla parte dell’Italia libera, nè dalla parte della bambina. Stavano, e stanno, semplicemente dalla parte sbagliata.
Lascia un commento Annulla risposta