Appena ieri mi è capitato di rispondere ad un commento su un articolo de Il Post, “La Scozia vuole fare un nuovo referendum sull’indipendenza“. In questi giorni infatti, a seguito dei voti del parlamento Inglese in merito alla Brexit, gli Scozzesi sono stati tra i primi ad annunciare battaglia, promettendo un nuovo referendum per far uscire la Scozia dal Regno Unito (l’ultimo si tenne nel 2014).
Sorprendentemente, il mio commento ha generato una serie di risposte fuori luogo. Ad aver mandato in fumo il cervello di alcuni commentatori, il mio paragone forse un po’ troppo fuorviante: “La Scozia sta al Regno Unito così come la Padania sta all’Italia”. Molti sedicenti scissionisti non hanno gradito la comparazione, rinvangando ragioni storiche, culturali e anche geografiche. Ed in molti hanno anche sostenuto il fatto che la Scozia “sia già uno stato riconosciuto”.
Tralasciando il mio paragone (è vero, avrei potuto paragonare la Scozia alla Sicilia se preferite, o al Regno di Napoli dopo l’Unità, fate un po voi), con il quale volevo intendere che finché la Scozia non sarà ufficialmente uno stato separato dal Regno potrà solo millantare di essere autonoma e indipendente (un po’ come fa la Padania), ho notato che persiste (ancora oggi) qualche difficoltà nel capire il cos’è il Regno unito. Difficoltà geografiche, ma anche di diritto e sociali.
Facciamo un po’ di chiarezza: la Scozia non è uno stato riconosciuto. E’ una nazione costituente del Regno Unito, che potremmo paragonare di fatto ai vari reami che andarono a formare il Regno d’Italia. In pratica, equivale ad essere una sorta di regione autonoma, che gode di un suo parlamento che può legiferare solo su alcuni temi. Per il resto, dipende interamente dallo stato centrale.
Non è l’unica eccezzione: nel Regno Unito, tutte le parti inglobate nel reame godono di una certa libertà decisionale. Anche l’Irlanda del Nord ed il Galles hanno un loro rispettivo parlamentino, così come quello Scozzese. Stampano monete personalizzate, che non hanno nulla di diverso dal pound sterling inglese, con il quale condividono dimensioni e valore nominale. Cambiano solo i colori.
Gli scozzesi sono liberissimi di condurre le loro battaglie, e di indire un nuovo referendum per decidere se sottostare o meno al governo di Londra. Questo è fuori da ogni dubbio. Ma, come spiegavo nel commento, è una questione che và risolta tra Regno Unito e Scozia, essendo questa una parte geografica del Regno. In diritto, i confini sono quelli dello stato, e se si rientra in quei confini si deve sottostare a quelle leggi e a quei governi.
Il resto, sono chiacchiedere (anche piuttosto scadenti) 🙂
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