Lo stesso discorso vale per Crotone. Le Autolinee Romano hanno migliorato molto il servizio di linea urbana nel corso degli anni, e coprono abbondantemente tutta la città. Ci sono (sempre) i problemi del caso: uno di questi è la scarsa copertura serale, con la maggior parte dei bus che “stacca” prima delle 21. Un problema, in una città che vuole forzosamente l’appellativo di “turistica”, specialmente d’estate. E poi, ovviamente, seguono le critiche “random” da parte di buona parte della popolazione: “fà tutto schifo”, “non funziona niente”, “autobus vecchi”, “un bus ogni ora” ecc. ecc.. Affermazioni che molto spesso non corrispondono alla realtà.
Ma a quanto pare, c’è un grande vantaggio che nessuno considera mai: a Crotone i trasporti sono gratuiti. O, per meglio dire, non è un problema se non li paghi. E’ una di quelle cose che tutti sappiamo ma che ci dimentichiamo di dire, quando si inizia una discussione sulla “pessima qualità dei trasporti”. Accodarsi nel buttare merda in fondo è più facile che chiedere al proprio interlocutore l’ultima volta che ha pagato un biglietto. Che poi, la risposta la sappiamo già: che pure devo pagare!?
La cosa è ancora più palese quando si prende un mezzo pubblico. Non solo si nota la totale spontaneità di chi sale e scende liberamente senza timbrare alcunché (magari qualcuno avrà pure l’abbonamento, magari), ma si realizza anche che agli autisti importa poco. Il chè è paradossale, perché gli utenti si lamentano dei servizi, e gli autisti rimangono spesso senza paga anche per diversi mesi. Sarà anche vero che con la sola vendita dei biglietti un’attività non campa, ma è altrettanto vero che non c’è alcun motivo per rinunciare ad una parte degli incassi.
Come si può migliorare un servizio, se nessuno ci tiene? E sopratutto, come si corregge una cattiva abitudine se poi anche autisti (e spesso anche controllori) non fanno troppe storie a chi viaggia senza biglietto? Da una parte dovrebbe pensarci l’azienda, e cercare di fare in modo di impedire il bypass del ticket. Basterebbe partire dall’aprire una sola porta del bus, anziché spalancarle tutte. Un comportamento che cozzerebbe con la realtà, ma è pur sempre vero che da qualche parte bisogna pur cominciare, perché non si nasce mica imparati.
L’unico stronzo infatti non sono io, ma è quello che timbra il biglietto quanto sale sul bus. So che siamo in tanti, ma in rapporto siamo sempre pochi.
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