Dopo diverse richieste e qualche settimana, la Regione Calabria ha pubblicato lo studio di fattibilità che riguarda la bonifica dell’ex area industriale di Crotone. Una serie di documenti che comprendono anche i progetti pubblicati dal Crotonese qualche settimana fa, e che sorprendentemente riguardano tutta la linea costiera della città.
Oltre alla bonifica dell’area industriale, è compresa nel pacchetto anche una lunghissima pista ciclabile di oltre 15km, che servirebbe a collegare l’ex sito industriale a Capo Colonna. Inutile dire che nei progetti presentati questa pista ciclabile segue dei percorsi spesso improbabili, o addirittura impossibili a meno di non realizzare tutta una serie di opere di consolidamento del terreno. Ma ci arriviamo con calma.
Nel pacchetto sarebbe incluso anche un porticciolo turistico, realizzato nelle vicinanze della foce dell’Esaro, un percorso panoramico sui calanchi (sempre in direzione per Capo Colonna) e tutta una serie di modifiche all’urbanistica, per la creazione del percorso ciclabile. E poi, ovviamente, la bonifica del sito industriale, che diventerebbe un parco archeologico ed un “tempio vegetale”, con piazze, percorsi e aree gioco, ma anche tutto un nuovo waterfront.
Insomma, un progetto ambizioso ed imponente, che potrebbe cambiare davvero in meglio la nostra città. Ma che presenta tanti optional che rischiano di mettere in secondo piano la bonifica stessa.
Iniziamo subito con il dire che il progetto presentato si differenzia molto da quello esposto da Rosanna Barbieri durante la campagna elettorale, unico vero progetto grafico disponibile. All’epoca si era parlato di diverse strutture da creare nell’area, come un polo di ricerca/studio agricolo, parchi sportivi, addirittura il nuovo stadio! Oggi invece scopriamo che l’ex area industriale sarebbe destinata a diventare una sorta di grande parco, con un grande anfiteatro all’aperto ed un articolato percorso archeologico.
Lo spettro della “malabonifica”, ossia la vicina “passeggiata degli innamorati” (l’ex discarica fosfotec) verrebbe completamente rimossa, ed al suo porto sorgerebbero un porticciolo turistico di modeste dimensioni e tutto un nuovo waterfront (che nella foto si intravede in alto a sinistra). La linea di costa verrebbe riempita per creare tutta una nuova area piana.
Tuttavia, il pezzo forte del progetto di bonifica sono le due grandi colline alte quanto il Castello cittadino: la Collina degli Ulivi e la Collina dei Tamerici. Queste due colline serviranno per interrare le scorie ed il materiale di risulta di anni e anni di lavoro, e sono attualmente alla base di numerose discussioni sia a livello cittadino che a livello politico. Si tratterebbe dunque di un vero e proprio tombamento, e la costruzione del waterfront servirebbe proprio per creare una barriera, per impedire la possibile fuoriuscita in mare di materiale pericoloso.
L’intera area diventerebbe quindi una sorta di “polmone verde”, dotato di percorsi pedonali e ciclopedonali, sentieri, alberi, giochi per bambini, piazzette panoramiche e un grande anfiteatro che potrebbe accogliere fino a qualche migliaio di persone, detto Teatro del Sole. Sono svanite, almeno per ora, le ipotesi di nuovi collegamenti stradali (si vociferava un collegamento diretto tra Botteghelle e la SS106).
I collegamenti stradali rimangono quelli, ma con qualche modifica. E qui iniziano i veri problemi strutturali, dato che si prevedono piste ciclabili minuscole, che spesso vanno ad intaccare anche le corsie delle automobili, rendendole appena più larghe dei veicoli stessi. E’ il caso di Via Leonardo da Vinci, dove sarebbe prevista la divisione a metà di una singola corsia. Capite bene che la strada è già piccola di per se, e piazzare una pista ciclabile semplicemente sottraendo spazio ad una corsia stradale non è proprio una grande idea, ne per gli eventuali ciclisti ne per gli automobilisti.
Lo stesso succede nelle vie che collegano con il lungomare, dove molte aree di parcheggio sarebbero destinate a divenire piste ciclabili, con la conseguente occupazione da parte dei veicoli. Interessante il caso di Via Miscello da Ripe, che da strada a doppia corsia con due sensi di marcia diventerebbe strada a senso unico (dal Nettuno al porto) per le auto, in quanto si vorrebbe dedicare un’intera corsia alla marcia delle biciclette. Stessa cosa per Via Lacinio, a Capo Colonna: attualmente è una strada che collega alcune abitazioni, ma nel progetto diventa unicamente una pista ciclabile.
Sembra dunque che i progettisti non abbiano tenuto conto di molte cose, il che alimenta i dubbi mossi anche nei confronti della parte centrale del progetto: non è che avranno messo cose-a-cazzo tanto per metterle? Un po’ come le piste ciclabili che sono inserite ad occhio. Non me ne vogliano i ciclisti, ma la pista ciclabile è una cosa seria, e va fatta con criterio. La strada per Capo Colonna per esempio sta crollando da quasi un decennio, e non è mai stata messa in sicurezza, ma nel progetto addirittura si prevede di allargare la carreggiata per fare una pista ciclabile. Come si può fare una cosa del genere, se la strada stessa non è in totale sicurezza? Andrebbe rifatta la strada (e le sue “fondamenta”) prima.
Tant’è vero che poco sotto, la pista ciclabile non è più proposta come affiancata alla carreggiata, bensì come un percorso completamente staccato dalla strada, posto addirittura lungo i calanchi. Insomma, entrambe sono delle belle possibilità, sarebbero davvero piacevoli. Il punto però è: sono davvero fattibili? O dobbiamo aspettarci il solito lavoro fatto a metà, abbandonato a se stesso, al degrado e all’incuria? E’ veramente allettante l’idea di avere oltre 15km di pista ciclabile, tutta fronte mare, ma al momento sembra che il percorso sia stato fatto semplicemente ricalcando strade e curve di livello, senza tenere conto dello stato dei luoghi.
In tutto ciò, ci siamo spostati dall’area delle fabbriche a Capo Colonna. Un bel salto, considerando che la bonifica si farà 15km più in basso. Ed è proprio da qui che è nata la mia preoccupazione, si tratta dell’opera di bonifica attesa da un ventennio, e nel progetto ci sono più slide di opere affini che non della bonifica in se. E’ pur sempre vero che l’ex area industriale “è tutta li”, nel senso che sorgeranno due colline e poco altro, e che ci sono più disegni tecnici che rendering 3D di come sarà.
C’è poi tutto un lungo documento che spiega i caratteri dell’intervento di bonifica, dal raschiamento del terreno alla pulizia, dal riposizionamento alla “modulazione”, dall’impermeabilizzazione del sottosuolo alla chiusura stagna del grande sarcofago. In totale, i costi dell’intervento sono stimati in 176 milioni di euro solo nell’ex area industriale, per una durata di circa 11 anni. Mica noccioline, dato che rigurdano solo l’ex area industriale.
La discussione sulla bonifica sta andando avanti da mesi, ed attualmente è tutto fermo nonostante la disponibilità a firmare già lo scorso Novembre. Questo è il progetto presentato dalla Syndial, ampiamente condiviso dalla Regione Calabria, ma che è stato “bloccato” su richiesta del Sindaco di Crotone per via della “scarsa partecipazione” concessagli. Diverse le opposizioni che non hanno gradito la scelta delle “due colline”, nata dal fatto che le discariche che dovevano ospitare i rifiuti (Columbra e Giammiglione) hanno avuto destini diversi.
Non sappiamo come andrà a finire, ne sappiamo se questo progetto verrà approvato o meno. Personalmente, ritengo che sia valido e che possa rappresentare un buon modo per creare nuovi spazi: avendo vissuto all’estero, ho imparato a sentirmi al sicuro anche stando in un’ex area industriale. E credo che una cosa del genere si possa fare anche qui, alle nostra latitudini. L’importante è dedicare la giusta attenzione al progetto in se, e non infarcirlo di tanti altri progettini civetta, realizzati alla leggera.
Stando alle prime voci, per la firma si dovrà attendere Gennaio ormai. Sempre se ci sarà, la firma. Ad ogni modo, tocca mettersi l’anima in pace: si parla di bonifica dal ’93, cioè da poco più di vent’anni, e ce ne vorranno almeno altri undici dall’inizio dei lavori. Chi vivrà, vedrà.
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