In questo periodo (specialmente l’ultima settimana) mi stanno arrivando moltissime catene su Whatsapp. Girano un sacco di storie, quasi sempre delle grandi balle, come quella sull’Art. 117 della Costituzione, o quella della bimba molto malata che ha bisogno di sangue. Lasciano sempre il tempo che trovano.
Alle catene, ogni tanto, si aggiunge qualche disperato messaggio come quello che sta girando in questi giorni. Il “Comitato Cittadini Aeroporto KR” si “impegna e combatte per la ripresa e la difesa dei voli”. E’ una roba seria, e finiamo con il ritrovarci il fine settimana con due importanti proteste cittadine: una Sabato 12 Novembre per “l’Aeroporto” e una Domenica 13 Novembre per “il mare”.
A rispondere al messaggio, nessuna delle persone che ha inviato la catena sa dirmi qualcosa in più. Tuttavia, leggiamo il testo sulla pagina “Aeroporto Crotone BlogInformativo Privato“, e possiamo dunque presupporre che sia una sorta di “comitato auto-organizzato”, che riproporrà quanto successo lo scorso Sabato 5 Novembre. Questa protesta nasce dopo il sit-in (durato tre giorni) dei consiglieri comunali allo scalo, ed ha goduto fin ora di poca partecipazione.
La butto li: questa manifestazione è inutile. Mi spiace per chi si fa abbindolare da queste cose, pensado di poter contribuire in qualche modo, ma ormai il dato è tratto. Queste manifestazioni serviranno solo a dimostrare uno scontento, ma nulla più. I voli da/per Crotone riprenderanno, ci sarà una nuova gestione e potremo continuare a tenere aperto lo scalo. La chiusura è temporanea. Di fatto, ci si mette a lottare per uno stop temporaneo: questa gente pensa forse di fare il bene dello scalo, tenendolo aperto senza alcuna tratta?
L’espressione “combattere contro i mulini a vento” la conoscete tutti. Indica quando ci si mette a combattere contro un nemico immaginario, un falso problema, quando si compie un’impresa inutile, insensata. Queste due proteste che avremo nel fine settimana rispecchiano perfettamente questo tipo di battaglie: sono inutili. E lo sono proprio in principio. Per cosa si vuole combattere? Per difendere l’aeroporto e il mare. Due capisaldi della cultura locale, che nell’immaginario comune “non vanno toccati”. Ma proprio qui sta il limite di chi si vede commesso il torto: c’è un motivo se veniamo “toccati”.
Le piazze si riempiranno di urlatori, che punteranno il dito quando sulla Regione, quando sull’ENAC, quando sui Sindaci del Crotonese. E poi striscioni a difesta del “nostro” mare, contro le trivelle, contro le “multinazionali del petrolio”. E i problemi locali si spostano, le colpe continuano a ricadere sempre sugli altri, e nessuno si siederà mai a fare ammenda sui fallimenti locali. L’importante è aizzare il popolo, nella sua perdurante condizione di ignoranza, contro il nemico di turno. Che oggi è la Regione, domani l’ENAC, dopodomani gli altri sindaci, e così via.
L’aeroporto di Crotone, così com’è non va salvato. Va chiuso. La gestione va cambiata. I debiti vanno risanati. Non dobbiamo scendere in piazza a chiedere di riaprirlo, dovremmo scendere in piazza a chiedere di radiare chi l’ha amministrato fino ad oggi. Non serve la mobilitazione per l’infrastruttura, serve la mobilitazione per farlo funzionare bene. E non mi sembra che ci siano mai state manifestazioni quando la gestione antieconomica dello scalo conduceva alla bancarotta fraudolenta la vecchia società.
Ma poco importa. A noi importa sentire i “numeri da record” di viaggiatori (non turisti, viaggiatori). Sappiate che stando alle cifre pubblicate da Il Crotonese, tenere aperto lo scalo costa, ogni mese, circa 300.000€. Chi li mette questi soldi? Senza una compagnia aerea, senza un’introito, chi dovrebbe pagare? Non penso ci sia qualcuno di così furbo da pensare che qualcuno si trova. Perché prima si trova una nuova società, e solo dopo si trovano i voli. E se questa società fosse in grado si creare opportunità, anziché mangiarsi le royalties, sarebbe anche meglio.
Lo stesso vale anche per la manifestazione per “il nostro mare”. Sarebbe bello che chi di dovere si mobilitasse per la depurazione delle acque, anziché temere per l’air-gun a 12 miglia dalla costa. Questi sono cliché, sono argomenti ad orologeria che si tolgono fuori solo quando se ne ha un bisogno. C’è sempre qualcuno che ci vuole fottere, quando l’aeroporto quando il mare. Quindi, andiamo a protestare. Contro chi? Contro cosa? Contro l’idea che qualcuno ci stia facendo un torto.
Il mio consiglio? Sabato e Domenica, approfittatene per stare a casa. Usate questo fine settimana per approfondire la questione dell’aeroporto di Crotone, del perché sia stato chiuso e di come si stato gestito fino ad oggi. E magari, per vedere un documentario (o leggere qualcosa) sull’air gun, sulla ricerca in mare e sull’impatto sulla fauna.
Non me ne vogliano gli organizzatori. Ma a seguire chi è solito inviare catene e richieste su Whatsapp, si finisce per prendere una cantonata.
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