Si sta discutendo molto di quanto accaduto il 6 Ottobre scorso in consiglio comunale, durante la votazione per l’approvazione del bilancio preventivo del 2016.
Al momento della votazione, Ilario Sorgiovanni, Andrea Correggia, Michele Ambrosio e Antonio Argentieri Piuma hanno abbandonato l’aula. Tra i rimasti, Mario Galea, Rosanna Barbieri, Saverio Flotta e Giovanni Procopio hanno votato contro, mentre Mario Megna e Giuseppe Fiorino si sono astenuti. Alla fine, il bilancio è stato approvato con 18 voti favorevoli, 4 contrari e 2 astenuti.
Gli esponenti del M5S hanno spiegato le loro ragioni, così come ha fatto anche il consigliere Procopio in un comunicato poco ripreso dai media: in sostanza, la “protesta” sembrerebbe essere nata perché i consiglieri non sono stati informati per tempo su cosa andavano a votare. Sia ben chiaro: quello che si sarebbe discusso il 6 Ottobre era ben noto a tutti, a mancare sarebbero state le carte del bilancio, presentate solo durante la discussione.
Tecnicamente, i consiglieri hanno ragione: il bilancio preventivo, prima di essere discusso in consiglio, và consegnato ai consiglieri per poterne prendere visione. Lo avevano detto con largo anticipo i consiglieri del PD, che avvertirono del fatto che il consiglio era stato convocato senza la conferenza dei capigruppo. Da dove è arrivata tutta questa fretta allora? A fare la parte da leone probabilmente è stata la diffida ricevuta dal Prefetto di Crotone, Vincenzo de Vivo, che avvertiva il Comune di avere 20 giorni prima di un eventuale commissariamento.
Nel Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali è infatti chiaro che il bilancio preventivo deve essere presentato (ovviamente) entro il 31 Dicembre dell’anno precedente: trovandoci nel 2016, il bilancio approvato il 6 Ottobre scorso doveva essere approvato entro la fine del 2015. Ci sono ben 10 mesi di differenza. In questo caso interviene il prefetto, che da un ultimatum come in questo caso. Se il Comune non rispetta i tempi, si procede al commissariamento ad acta.
Insomma, è estremamente probabile che, visti i tempi piuttosto stretti, i vari organi del Comune abbiano deciso di dare un’accellerata all’approvazione del bilancio preventivo, in modo non proprio lecito. Di fatto, questo è un bilancio che non serve assolutamente a nulla. Come ha spiegato Benedetto Proto sulle pagine di CrotoneOk, questo bilancio è stato fatto solo perché la precedente amministrazione non se ne era occupata. Un bilancio preventivo approvato ad Ottobre infatti non ha alcuna utilità, tanto da essere definito come un bilancio consuntivo: è molto probabile che il bilancio di fine anno sarà grossomodo identico a quello presentato ad Ottobre.
Le proteste, dunque, sono dovute più ad un fatto “formale” che ad un fatto “reale”: il Comune non ha fornito la documentazione ai consiglieri per tempo, che si sono ritrovati a votare sul bilancio senza averne preso una adeguata visione. Il comportamento del Comune è stato indubbiamente sbagliato, ma nella condizione di dover approvare il bilancio preventivo del 2016 ad Ottobre 2016 (ad anno finito praticamente) è ampiamente giustificabile. Il vero momento della verità si avrà entro la fine dell’anno: entro il 31 Dicembre 2016 infatti il Comune di Crotone dovrà approvare il bilancio consuntivo del 2016 ed il bilancio preventivo del 2017, ed in nessuno dei due casi avrà l’acqua alla gola.
Ma dulcisi in fundo… com’è sto bilancio? Non saremmo sotto nè di 10, nè di 4, nè di 3 milioni, come ipotizzato da qualcuno, ma il bilancio si chiude in negativo. Come spiegato sempre durante il consiglio, pesa il mancato adeguamento della TARI (rimasta invariata), la situazione di Soakro e di Akrea. Per i più temerari, il bilancio preventivo, la nota integrativa e il Documento Unico di Programmazione 2016/2018 (al quale dedicheremo un bel post) si possono trovare qui.
Per ora, il pericolo del commissariamento della giunta Pugliese è stato scongiurato. Cinque anni sono lunghi, e vedremo come verranno affrontate le prossime emergenze, e se si creeranno le condizioni. E vedremo anche come si evolverà il comportamento del consiglio, tra maggioranza e minoranze assortite. Ma sopratutto, se violazioni del genere si ripresenteranno.
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