Avete presente Piazza Delphi, quella piccola piazzettina in pieno centro adiacente al tribunale? Da quando è stata ammodernata viene regolarmente presa di mira da quelli di forza nuova, che periodicamente attaccano dei loro manifesti.
Oggi però per la prima volta mi sono reso conto di una cosa. I manifesti sono affissi solo in prossimità di appartamenti sfitti, chiusi o disabitati. In altri casi, utilizzano dei semplici muri di contenimento, diciamo “pubblici”. Sembra una cosa da poco, ma non lo è.
Durante il fascismo, l’art. 113 del TULPS imponeva una fortissima limitazione ai manifesti, specialmente quelli a carattere ideologico. Con la caduta del regime venne l’art. 21 della Costituzione, che garantisce a chiunque la libertà di manifestare il proprio pensiero, anche tramite manifesti. Mentre negli anni passati vigeva la regola non scritta che “i manifesti si possono attaccare ovunque”, oggi sappiamo bene che non è proprio così. Ad esempio, non si può affiggere sui muri delle proprietà private, e si rischia di venire multati. In alcuni casi sono gli stessi Comuni ad indicare le aree dove si può affiggere o meno, includendo anche i manifesti di carattere personale.
A Crotone non c’è un “piano regolatore” delle affissioni, per cui il concetto “attacca dove vuoi” si fa valere entro i limiti. Quelli di forza nuova lo sanno, e si guardano bene dall’affiggere manifesti a ridosso di abitazioni o attività, anzi, sfruttano le case e gli appartamenti sfitti proprio per evitare di incorrere in problemi o sanzioni. Non si sa mai se è peggio una multa o una mazziata.
Dato che oggi siamo in tema di decoro urbano, non resta che chiederci (e chiedere alle autorità competenti) se sia necessario creare un piano regolatore per le affissioni personali anche a Crotone, in modo non tanto da evitare che quelli di forza nuova possano attaccare i loro manifesti (è un diritto anche per loro, nonostante il paradosso), ma quanto meno per evitare che continuino a sporcare indistamente tutto il centro, creando aree apposite di affissione.
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