Dopo lo “scandalo“, Pizzarotti è stato esemplare. Non solo non si è lasciato andare a bestialità varie contro il movimento ed il suo direttorio, ma è stato anche trasparente, ammettendo il suo ritardo motivato da scelte tutelative, e spiegando che il suo comportamento non comporta l’espulsione. Si è mosso con giuste e argomentate critiche, che hanno messo in luce uno dei punti più vulnerabili e più nascosti del M5S.
Anziché criticarlo, accusarlo o minacciarlo, il M5S dovrebbe valorizzare persone come lui, in quanto costruttive e obiettive, anche nelle situazioni più controverse. Nel movimento gli elementi come Pizzarotti scarseggiano, dato che mai abbiamo visto un ex grillino muoversi con così tanta costanza per diferendere la sua posizione, all’interno come fuori dal movimento. Non si è lasciato intimidire dalla maldestra mail anonima, nè dal buffo tentativo di espulsione.
Si è difeso, molto probabilmente a ragione. Il problema però non è tanto la sua condizione, ma piuttosto il fatto che crea un ulteriore spaccato all’interno del movimento, alimentando quella faglia, non prevista, di espulsi e mantenuti. E non per sua colpa, ma per mancanza di visione del movimento stesso.
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